sabato 27 ottobre 2007

I conti del V-day





















Dopo un mese e 17 giorni dall'evento V-day, e dopo diverse sollecitazioni, Beppe Grillo comunica i risultati delle donazioni pervenute sul suo conto corrente per appoggiare le spese organizzative della manifestazione.
Un ritardo simile da parte di un ragioniere era inaspettato, però come si dice "meglio tardi che mai". Valutando le donazioni dichiarate, sono rimasto sorpreso, perchè in verità mi aspettavo una cifra molto più elevata. Alla vigilia del V-day erano stati preventivati 40.000 euro per le varie spese della manifestazione a Bologna, ed era in sostanza la cifra che Beppe chiedeva di coprire attraverso le donazioni. Alla luce dei fatti si delineano due ipotesi , o i sostenitori economici del V-day sono stati pochi, e molto abili nell'accordarsi tra loro per raggiungere la cifra senza superarla di troppo, oppure i sostenitori sono stati tanti e poco generosi, in ogni caso stupisce la vicinanza tra i soldi richiesti (€40.000) e quelli ottenuti (€42.005,27). A dir la verità esiste anche un'altra ipotesi. I soldi che Beppe dichiara non sono quelli realmente percepiti. L'idea non mi piace e preferirei abbandonarla sin da ora lasciando il dubbio al lettore.
Mi permetto di criticare la mancanza di una trasparenza "assoluta" in questa circostanza, e mi sento un po' deluso, perchè questa lacuna lascia spazio a diversi dubbi.
Per la prossima donazione preferirei che si trovasse una soluzione alternativa alla raccolta e alla gestione dei fondi. Credo che diverse persone sarebbero felici di non pagare le spese bancarie per il bonifico, e per quanto mi riguarda, apprezzerei molto poter vedere i progressi della colletta in tempo reale, o comunque il più rapidamente possibile.

ps.
La differenza tra le spese sostenute e le donazioni ammonta a € 87.631,43, ringrazio perciò Beppe Grillo o chi attraverso lui ha contribuito a coprire questo buco.

venerdì 19 ottobre 2007

LA REGOLA DEL BAVAGLIO















Controllare l'informazione in ogni sua sfumatura è necessità primaria di ogni regime totalitario. Il nazismo , lo stalinismo e il fascismo facevano uso di severissime norme, che censuravano ogni tipo d'informazione contraria ai "criteri di bontà" voluti dal potere. Ad oggi i mass media si sono venduti al potere e l'unico mezzo di contestazione è rimasto internet. Ma se la tecnologia ci ha donato il web, la politica è pronta a togliercelo. La stessa maggioranza, che attraverso Gentiloni ha proposto di ridurre il digital divide, si appresta ora ad abbattere la rete, distruggendo i nuclei che raccolgono informazione e dibattito, cioè i blog e gli spazi personali in internet. La proposta di legge, denominata Levi-Prodi, è stata approvata dal consiglio dei ministri il 12 ottobre, e a breve sarà presentata in Parlamento per verificare la possibilità di renderla legge in via definitiva. Tra le finalità generali del disegno di legge c'è "la tutela e la promozione del principio
del pluralismo dell’informazione affermato dall’articolo 21 della
Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere
informati".
Ma dietro queste belle parole si nasconde una vera e propria fregatura.
L'art.2 della Levi-Prodi introduce il concetto di "prodotto editoriale", come:
"qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso".
L'art.5 definisce attività editoriale qualunque attività "diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali".
Da questi due articoli si è già capito che chiunque scrive un blog, come stò facendo io in questo momento, svolge un'attività editoriale.
L'art.6 impone l'iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione) a chiunque eserciti attività editoriale, questo comporta pagare delle tasse anche se l'attività editoriale non ha finalità di lucro. Perciò se la legge Levi-Prodi fosse in esecuzione in questo momento, per scrivere queste cose dovrei iscrivere il mio blog ad una società editrice, nominare un direttore responsabile del mio spazio web, che deve essere addirittura iscritto all'albo dei giornalisti, e pagare una tassa editoriale. Chi glielo spiega al 15enne con il blog su MSN che per pubblicare le foto delle sue vacanze al mare deve pagare un bollo???
Ma c'è di più!!!
L'art.7 evidenzia che chiunque scrive in internet è soggetto alle norme che regolano i reati a mezzo stampa, o meglio "si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle informazioni", cioè il mio direttore responsabile. Praticamente si fanno equivalere le testate giornalistiche nazionali al blog su internet da 3 visite al giorno. Se scrivo sul mio blog dove vengono a leggere mia mamma, mio babbo e il mio compagno di facoltà, "Ricardo Franco Levi è la vergogna d'Italia e mi fa schifo", con questa legge in vigore potrei incorrere in beghe piuttosto pesanti a livello PENALE.
Questa legge è stata nascosta dietro un articolo della Costituzione, che non c'entra niente con questa burocratizzazione della libera espressione, si vuole perciò eliminare quanto di più libero e democratico ci sia in questo Paese. La verità è che Prodi non è un presidente del Consiglio, ma il cameriere di interessi che vedono in internet la minaccia più grande alla loro sopravvivenza.
E' la regola del bavaglio a cui tutti devono sottostare, la storia ce lo insegna, ma nel 2007 siamo ancora disposti ad essere ripetitivi?
Credo che a questo punto siano rimaste solo due strade da percorrere, la rassegnazione con il conseguente riconoscimento che siamo schiavi di un sistema totalitario, oppure la marcia su Roma, per richiedere a gran voce sotto Montecitorio, l'abolizione di questo aborto legislativo, e la restaurazione dell'articolo 21 (scritto nel 1947), in modo tale che possa comprendere anche la tutela della libertà di critica su internet. Credo che una Costituzione moderna abbia l'obbligo di contenere questo tema.

lunedì 15 ottobre 2007

Il calcio deve tornare ad essere uno sport










ROMA, 15 ottobre 2007 - Fifa in lotta contro YouTube. Non è ancora un problema in Europa, perchè le qualificazioni per i Mondiali di Sud Africa 2010 non sono ancora cominciate (il sorteggio dei gironi è in programma a Durban il 25 novembre), ma in Sudamerica è già iniziata la nuova "crociata" della federazione calcistica mondiale, che vuole impedire l'accesso negli stadi, per le partite sotto la sua egida, a videocamere ed altri strumenti con cui gli spettatori possono effettuare riprese filmate dagli spalti. Il tutto per mettere un freno al dilagare di documenti audio-visivi non autorizzati (su cui non si pagano i diritti) su YouTube o altri mezzi di diffusione.
PERQUISIZIONI A BOGOTA' - Gli effetti di questa decisione si sono visti allo stadio El Campin di Bogotà, dove ieri notte si sono affrontate Colombia e Brasile per la prima giornata del girone delle qualificazioni sudamericane. Secondo quanto riporta il più diffuso giornale brasiliano, A Folha de Sao Paulo, ai punti di filtraggio predisposti prima degli ingressi a tutti gli spettatori veniva chiesto se avessero con sè una videocamera: in caso di risposta affermativa, l'oggetto veniva confiscato. Ci sono state anche perquisizioni, e per questo ai cancelli dell'impianto si sarebbero formate file lunghissime. C'è stato chi è riuscito ad introdurre comunque una videocamera, ma al momento di tirarla fuori e metterla in funzione è stato immediatamente "abbordato" da steward del servizio di sicurezza privato (il giornale brasiliano li definisce "molto aggressivi"), che hanno sequestrato l'oggetto.
VIDEOFONINI COME ARMI - Tutto ciò, secondo la Fifa, anche per tutelare chi aveva acquistato i diritti su questa partita, ovvero l'emittente colombiana Caracol. L'introduzione di videocamere all'interno dello stadio è stata vietata (presto il provvedimento potrebbe essere esteso ai videofonini, sempre per i match "targati" Fifa) al pari di quella di armi da fuoco e bevande alcoliche. A Bogotà era vietato l'ingresso anche alle donne incinte e ai minori non accompagnati. Arrestati 39 bagarini, immediatamente caricati su un cellulare della polizia che stazionava nelle vicinanze.
Gazzetta dello Sport 15/10/2007

L'unico modo per mettere in ginocchio la macchina affaristica del calcio è costituito da tre semplici punti, ogni persona innamorata di questo sport dovrebbe prenderli in considerazione:
1) Digiuno totale dall'acquisto di maglie ufficiali, palloni firmati, figurine, statuine e gadget vari.
2) Richiedere attraverso documento scritto l'eliminazione del proprio contratto SKY, MEDIASET PREMIUM, LA7 ecc a meno che la concessionaria non si adoperi nel sollecitare la FIFA ad eliminare questi atteggiamenti TOTALITARI. Vogliamo stadi sicuri non CARCERI.
3) Ad ogni partita manifestare davanti allo stadio, senza entrare, riproponendo le motivazioni che giustificano la protesta in ogni suo punto.

Queste sono le uniche armi di cui disponiamo per eliminare il fango che sostiene lo sport che amiamo. Bisogna usarle e in fretta.

martedì 9 ottobre 2007

Chiarimenti sul V-DAY


E' passato ormai più di un mese dal giorno della "disfatta" politica, grandi emozioni sono ancora vive dal quel giorno e fortunatamente l'entusiasmo non si è spento tra i sostenitori, eppure c'è ancora una questione da risolvere. Nel post "Il Parlamento risponde al blog" del 26 Luglio 2007, Beppe Grillo trascrive nel post scriptum tale esortazione:
"la mia partecipazione allo spettacolo di Bologna e degli altri artisti sarà gratuita. Per l'allestimento e la gestione sono previsti circa 40.000 euro. Io inizio con 5.000 euro. Chi volesse partecipare può farlo alle coordinate bancarie riportate.
Conto bancario intestato a Beppe Grillo
ABI 05018
CAB 12100
c/c 116276
Swift: CCRTIT2T84A
Iban: IT35B0501812100000000116276
CIN B
BANCA POPOLARE ETICA
Causale: V-day
"

Nei giorni seguenti Beppe inserirà nella pagina della manifestazione, anche una sezione dedicata alla donazione, con le coordinate bancarie sopra riportate. Stando all'intervento di Grillo del 13 settembre, le persone che hanno sostenuto il V-DAY con la loro firma ammontano a 332.225. Se ogni persona che ha firmato avesse anche voluto dare un contributo in denaro, sarebbero bastati € 0,12 a testa per coprire la spesa dei 40.000 euro necessari. Io ho partecipato alla donazione mettendoci 15 euro. Nei giorni successivi al V-DAY, a partire dal 13 settembre circa, non sapendo se era stato possibile rientrare nella spesa preventivata ho cominciato a chiedere sul blog, informazioni riguardo la situazione della colletta. Ho anche usufruito della casella di posta messa a disposizione sul blog, per inviare lo stesso messaggio direttamente a Beppe. Inviavo la stessa email per ogni nuovo post pubblicato sul blog(perciò una email al giorno circa). Non ho ricevuto alcuna risposta, per lo più ho subito diverse critiche di cui alcune prive di logica ed altre contenstabili in base alle richieste che ponevo. Ho voluto battezzare questo gruppo di persone gli "spazzini del blog", per evidenziare il caratteristico conciliarsi tra loro al fine di cestinare i commenti meno "elogiativi" e discriminare le idee degli autori. Il messaggio che ho inviato con spudorata costanza è il seguente:
"Ciao Beppe,
inizio con i complimenti perché te li meriti, dopo anni e anni di battaglie è fin troppo misero comparire sui giornali solo dopo il V-DAY. Ma sono sicuro che è molto più soddisfacente il bagno di folla che da tempo ti accompagna ad ogni esibizione, piuttosto che il trafiletto giornalistico impregnato di retorica e d'interessi nascosti.
Volevo fare una domanda molto semplice a cui non ho trovato riscontro sino ad ora. Quanti soldi sono stati raccolti attraverso il conto corrente della Banca Etica prima dell'8 settembre?
Pur non essendo di Genova, sarei felice di sapere dove sono andati a finire i soldi che ho versato. Siamo arrivati ai 40.000 euro necessari a pagare le strutture nella piazza bolognese? Ne sono forse avanzati? Quanti? Credo che sarebbe accolto con molto consenso un angolino nel blog dove sono registrati i conti della colletta pubblica.
Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto fino ad oggi.

In attesa di un tuo gentile riscontro
con affetto ti saluto

Ciao!!!!"

Il 3 settembre dopo un chilometrico intervento sul blog, al terzo post scriptum Beppe scrive:
"Sto ultimando i conti delle spese vive sostenute per il V-day. Li pubblicherò a breve con il risultato della sottoscrizione. Un grazie di cuore a chi ha sostenuto il V-day".
Dopo un mese dal V-DAY ancora non si conosce alcun dato sull'entità del denaro raccolto con la causale "V-day". Beppe grillo è maestro nell'insegnare che quando ci sono di mezzo i soldi si deve esigere la massima trasparenza. E io a questo suo insegnamento sacrosanto cerco di appellarmi. Ci sono altre persone nel web che la pensano come me, e non escluderei una sorta di collaborazione, nel caso in cui la situazione dovesse rovinare. Da oggi ricomincio a "rompere le scatole" sul blog, spero di non imbattermi in qualche altro spazzino maleducato.

p.s.
Ringrazio ALDO
per aver messo a disposizione il video d'introduzione, di cui condivido pienamente il contenuto.

venerdì 5 ottobre 2007

Le Sfiduciarie Politiche












«Non ho mai chiesto censure - aggiunge Mastella -, vengo dalla scuola cattolica per cui il dubbio è permanente. Dico ai consiglieri, e non è una minaccia ma una valutazione, che gli italiani avranno anche le scatole piene se ogni sera si parla di me piuttosto che dei problemi reali. O il Consiglio di amministrazione della Rai dà una regola di comportamento, o attiveremo strumenti parlamentari sfiduciando questo Cda, non abbiamo alternative»
Corriere della Sera 05/10/2007
Ho riportato qui sopra il commento che il ministro della Giustizia Mastella ha esposto dopo la trasmissione Annozero di ieri sera, il cui tema centrale era il caso De Magistris. Il leader UDEUR prende in mano le redini del Paese, si fa interprete unico degli apprezzamenti italiani ("gli italiani avranno anche le scatole piene se ogni sera si parla di me") e impone il suo lato squadrista minacciando di attivarsi contro il CdA della RAI. Ecco che riappare la Casta, l'élite degli intoccabili, degli incriticabili, dei privilegiati che senza alcuna coscienza sono pronti ad attaccare ogni voce che gioca a loro sfavore. Mastella dall'alto dei suoi 534.088 voti di preferenza, sente il dovere di tutelare gli italiani (che nel dicembre 2006 erano 59.131.287)da un'informazione noiosa ed eccessivamente forcaiola. Allora se Mastella vuole sfiduciare il CdA della RAI io in qualità di cittadino italiano voglio avere la possibilità di sfiduciare Mastella. Non voglio apparire come paladino della RAI, poichè da anni continua a sciorinare programmi che non hanno alcun gradimento a livello macroscopico, ma l'idea del guardasigilli mi fa balzare alla mente una proposta tanto divertente quanto impraticabile. Ma perchè i politici possono vantare solo l'elezione e mai la sfiducia? Perchè il popolo italiano non ha alcun mezzo decisionale per allontanare i politici che ritiene meno meritevoli? Se esistono le Elezioni Politiche io voglio anche le Sfiduciarie Politiche. L'intero elettorato italiano è chiamato a scegliere 100 personaggi politici da allontanare dalle istituzioni. Ad ogni cittadino saranno recapitati nomi e cognomi di parlamentari, senatori e ministri, sulla "scheda della sfiducia" il cittadino dovrà scrivere nome e cognome dello sfiduciato. Al termine delle Sfiduciarie la "top hundred" dovrà tenersi alla larga dalla politica per almeno una legislatura. E qui sì che la demagogia regna sovrana!!!
Sono sicuro che il povero ministro Mastella rientrerebbe facilmente addirittura nella "top ten" delle Sfiduciarie Politiche. Se mai questa nuova forma di potere al cittadino acquisirà concretezza, auguro sinceramente al ministro Mastella i migliori auspici, oltre che la promessa di un voto di sfiducia.


giovedì 4 ottobre 2007

La Legge Gozzini















Il brigatista Cristoforo Piancone è stato arrestato due giorni fa dopo una rapina al Monte dei Paschi di Siena in una filiale dell'omonima città. Piancone ha tentato di sottrarsi all'arresto facendo uso di una pistola contro un poliziotto, ma fortunatamente l'arma si è inceppata, evitando di aggiungere al palmares del pluriomicida l'ennesima vittima. Il terrorista era stato arrestato nel 1978 e condannato a 6 ergastoli, non si è mai pentito ne dissociato ufficialmente dall'organizzazione, eppure gli è stato dato il riconoscimento dello stato di semilibertà. La domanda è lecita, come può il Piancone usufruire di un simile privilegio? Perchè gli viene permesso di esercitare lo stato di semilibertà? Quale razza di magistrato può riconoscergli tale diritto?
Come spesso accade (ma non sempre) ci si lascia trascinare dall'idea che un magistrato possa interpretare il significato delle leggi a suo giudizio, mentre invece esistono leggi chiare, che lasciano poco spazio all'immaginazione. Nel caso Piancone i magistrati che gli hanno conferito il beneficio della semilibertà hanno applicato la Legge Gozzini (n.663/86), come era loro dovere fare. La Gozzini nasce nel 1986 e prende il nome da uno dei suoi maggiori promotori, Mario Gozzini al tempo senatore della Repubblica per la Sinistra Indipendente. Questa legge è stata costruita per modificare e integrare una legge più vecchia, il Trattamento Penitenziario del 1975 (n.354/75). Tra i 32 articoli che la costituiscono, l'articolo che tratta l'ammissione alla semilibertà è l'art.14 che sostituisce l'art.50 della legge passata. Il comma 5 di questo articolo si esprime come segue: "Il condannato all'ergastolo può essere ammesso al regime di semilibertà dopo avere espiato almeno venti anni di pena". Piancone aveva scontato 25 anni al momento della concessione.
Sempre nell'art.14, al comma 2 si definiscono gli estremi percui un condannato può beneficiare della semilibertà, in pratica deve o aver scontato almeno la metà della pena (ma il Piancone aveva 6 ergastoli sulle spalle) oppure rientrare nei criteri elencati al comma 4. Più precisamente il comma 2 si attiva dal momento in cui non ci sono le possibilità di affidare il condannato ai servizi sociali, l'art.47 del Trattamento Penitenziario stabilisce questi criteri, perciò se l'internato non può usufruire dei servizi sociali per allontanarsi dal carcere, può tentare di ottenere la semilibertà. Infatti il comma 2 ammette la concessione nel caso in cui da un'attenta osservazione della personalità del soggetto (procedura dell'art.47) si ottengono i risultati per soddisfare il comma 4. Il comma 4 dell'art.14 si esprime come segue: "
L'ammissione al regime di semilibertà è disposta in relazione ai progressi compiuti nel corso del trattamento, quando vi sono le condizioni per un graduale reinserimento del soggetto nella società". Cristoforo Piancone è sempre stato riconosciuto un carcerato modello rispetto a vari requisiti di ordine, pulizia, rispetto ecc.
In queste condizioni è difficile per un magistrato negare la semilibertà poichè la legge stabilisce chiaramente le opzioni che giocano a favore del condannato.
Ritengo giusto trarre da questa vicenda le motivazioni necessarie a eliminare queste "leggi premio", nelle quali spesso il magistrato si trova a inciampare, restando poi esposto alla severa opinione pubblica.
E' necessario avere un'idea precisa della dimensione della pena, quella è stata data dalla sentenza e quella deve essere scontata, questo gioco del dentro/fuori non offre un'adeguata rieducazione del condannato ne un'adeguata sicurezza alla società. E' bene far notare che queste leggi dello sconto sono state attuate per la necessità di non sovraffollare le carceri, pretesto utilizzato anche recetemente per giustificare l'indulto. Sarebbe perciò opportuno che il governo intervenisse sulla Gozzini, per minimizzare gli sconti della pena, e che si impegnasse nella costruzione di nuove carceri, prima di un nuovo vergognoso indulto e per evitare il ripetersi di altre incresciosce situazioni come il caso Piancone.