martedì 6 novembre 2007

Addio Enzo Biagi

Enzo Biagi è morto questa mattina. Una vita intera dedicata al giornalismo, quello vero, senza mai prescindere dalle proprie idee, ci lascia come un eroe della libera informazione. Oggi anche chi l'ha ostacolato nella carriera sarà nelle prime pagine dei "falsi giornali" per commemorarlo. Sono soltanto ipocriti necrologi.
Io ricorderò sempre Enzo Biagi come un vecchio giornalista che non si nasconde di fronte a nessuno, sempre a testa alta, anche nelle sconfitte. Voglio ricordarlo come in questo video del 2002, l'ultima puntata de "Il Fatto di Enzo Biagi", trasmessa poco prima che la RAI lo cacciasse a causa dell'editto bulgaro.

lunedì 5 novembre 2007

E' rimasto solo Matteo















Salvatore Lo Piccolo è stato catturato proprio oggi in un appartamento del Palermitano dopo una latitanza di 25 anni. Il boss indiscusso di Palermo è stato arrestato insieme al figlio Sandro, e due suoi collaboratori, Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo. Con un solo blitz la squadra speciale "Catturandi" di Palermo è riuscita a mettere in manette uno dei più accreditati eredi di Bernardo Provenzano.
L'entusiasmo avvolge l'intero Corpo di Polizia, e sono molte le cariche dello Stato che elogiano il lavoro svolto, tra tutte può sembrare stonata solo la voce di Totò Cuffaro.
"Un plauso alla polizia di stato ed in particolare agli uomini della squadra Catturandi della Squadra Mobile di Palermo. L'arresto dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo e di Andrea Adamo e Gaspare Pulizzi, scovati durante un summit di mafia in un comune alle porte di Palermo, è un successo di cui tutti i siciliani sono fieri ed orgogliosi."
Corriere della Sera 05/11/2007
Perchè Salvatore Cuffarò, che non ha mai aperto bocca sulla cattura di Provenzano nel 2006, esalta l'arresto dei Lo Piccolo?
Le trame coinvolte sono molto insidiose, ma forse la cattura dei Lo Piccolo può significare che il trono vacante di Provenzano è stato vinto da Matteo Messina Denaro, e probabilmente stanno uscendo dai giochi i perdenti. Totò Cuffaro è considerato da tempo l'esponente politico di Cosa Nostra nel territorio siciliano, è un personaggio notoriamente a rischio, sia nel mondo civile (recentemente il pm che indaga sull'accusa a Cuffaro per favoreggiamento aggravato alla mafia ha richiesto una condanna a 8 anni di reclusione) che in quello mafioso. Le sue parole hanno sempre un peso e un sapore diverso, interpretarle è un duro compito, ma con ogni probabilità dalle sue dichiarazioni è possibile comprendere come si delineano i ruoli nel complesso mondo della triade politica-mafia-imprenditoria.
Salvatore Lo Piccolo è stato catturato, sarà processato per i suoi crimini e da oggi per le strade circola qualche mafioso di meno, ma forse era già fuori dai giochi.

sabato 27 ottobre 2007

I conti del V-day





















Dopo un mese e 17 giorni dall'evento V-day, e dopo diverse sollecitazioni, Beppe Grillo comunica i risultati delle donazioni pervenute sul suo conto corrente per appoggiare le spese organizzative della manifestazione.
Un ritardo simile da parte di un ragioniere era inaspettato, però come si dice "meglio tardi che mai". Valutando le donazioni dichiarate, sono rimasto sorpreso, perchè in verità mi aspettavo una cifra molto più elevata. Alla vigilia del V-day erano stati preventivati 40.000 euro per le varie spese della manifestazione a Bologna, ed era in sostanza la cifra che Beppe chiedeva di coprire attraverso le donazioni. Alla luce dei fatti si delineano due ipotesi , o i sostenitori economici del V-day sono stati pochi, e molto abili nell'accordarsi tra loro per raggiungere la cifra senza superarla di troppo, oppure i sostenitori sono stati tanti e poco generosi, in ogni caso stupisce la vicinanza tra i soldi richiesti (€40.000) e quelli ottenuti (€42.005,27). A dir la verità esiste anche un'altra ipotesi. I soldi che Beppe dichiara non sono quelli realmente percepiti. L'idea non mi piace e preferirei abbandonarla sin da ora lasciando il dubbio al lettore.
Mi permetto di criticare la mancanza di una trasparenza "assoluta" in questa circostanza, e mi sento un po' deluso, perchè questa lacuna lascia spazio a diversi dubbi.
Per la prossima donazione preferirei che si trovasse una soluzione alternativa alla raccolta e alla gestione dei fondi. Credo che diverse persone sarebbero felici di non pagare le spese bancarie per il bonifico, e per quanto mi riguarda, apprezzerei molto poter vedere i progressi della colletta in tempo reale, o comunque il più rapidamente possibile.

ps.
La differenza tra le spese sostenute e le donazioni ammonta a € 87.631,43, ringrazio perciò Beppe Grillo o chi attraverso lui ha contribuito a coprire questo buco.

venerdì 19 ottobre 2007

LA REGOLA DEL BAVAGLIO















Controllare l'informazione in ogni sua sfumatura è necessità primaria di ogni regime totalitario. Il nazismo , lo stalinismo e il fascismo facevano uso di severissime norme, che censuravano ogni tipo d'informazione contraria ai "criteri di bontà" voluti dal potere. Ad oggi i mass media si sono venduti al potere e l'unico mezzo di contestazione è rimasto internet. Ma se la tecnologia ci ha donato il web, la politica è pronta a togliercelo. La stessa maggioranza, che attraverso Gentiloni ha proposto di ridurre il digital divide, si appresta ora ad abbattere la rete, distruggendo i nuclei che raccolgono informazione e dibattito, cioè i blog e gli spazi personali in internet. La proposta di legge, denominata Levi-Prodi, è stata approvata dal consiglio dei ministri il 12 ottobre, e a breve sarà presentata in Parlamento per verificare la possibilità di renderla legge in via definitiva. Tra le finalità generali del disegno di legge c'è "la tutela e la promozione del principio
del pluralismo dell’informazione affermato dall’articolo 21 della
Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere
informati".
Ma dietro queste belle parole si nasconde una vera e propria fregatura.
L'art.2 della Levi-Prodi introduce il concetto di "prodotto editoriale", come:
"qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso".
L'art.5 definisce attività editoriale qualunque attività "diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali".
Da questi due articoli si è già capito che chiunque scrive un blog, come stò facendo io in questo momento, svolge un'attività editoriale.
L'art.6 impone l'iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione) a chiunque eserciti attività editoriale, questo comporta pagare delle tasse anche se l'attività editoriale non ha finalità di lucro. Perciò se la legge Levi-Prodi fosse in esecuzione in questo momento, per scrivere queste cose dovrei iscrivere il mio blog ad una società editrice, nominare un direttore responsabile del mio spazio web, che deve essere addirittura iscritto all'albo dei giornalisti, e pagare una tassa editoriale. Chi glielo spiega al 15enne con il blog su MSN che per pubblicare le foto delle sue vacanze al mare deve pagare un bollo???
Ma c'è di più!!!
L'art.7 evidenzia che chiunque scrive in internet è soggetto alle norme che regolano i reati a mezzo stampa, o meglio "si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle informazioni", cioè il mio direttore responsabile. Praticamente si fanno equivalere le testate giornalistiche nazionali al blog su internet da 3 visite al giorno. Se scrivo sul mio blog dove vengono a leggere mia mamma, mio babbo e il mio compagno di facoltà, "Ricardo Franco Levi è la vergogna d'Italia e mi fa schifo", con questa legge in vigore potrei incorrere in beghe piuttosto pesanti a livello PENALE.
Questa legge è stata nascosta dietro un articolo della Costituzione, che non c'entra niente con questa burocratizzazione della libera espressione, si vuole perciò eliminare quanto di più libero e democratico ci sia in questo Paese. La verità è che Prodi non è un presidente del Consiglio, ma il cameriere di interessi che vedono in internet la minaccia più grande alla loro sopravvivenza.
E' la regola del bavaglio a cui tutti devono sottostare, la storia ce lo insegna, ma nel 2007 siamo ancora disposti ad essere ripetitivi?
Credo che a questo punto siano rimaste solo due strade da percorrere, la rassegnazione con il conseguente riconoscimento che siamo schiavi di un sistema totalitario, oppure la marcia su Roma, per richiedere a gran voce sotto Montecitorio, l'abolizione di questo aborto legislativo, e la restaurazione dell'articolo 21 (scritto nel 1947), in modo tale che possa comprendere anche la tutela della libertà di critica su internet. Credo che una Costituzione moderna abbia l'obbligo di contenere questo tema.

lunedì 15 ottobre 2007

Il calcio deve tornare ad essere uno sport










ROMA, 15 ottobre 2007 - Fifa in lotta contro YouTube. Non è ancora un problema in Europa, perchè le qualificazioni per i Mondiali di Sud Africa 2010 non sono ancora cominciate (il sorteggio dei gironi è in programma a Durban il 25 novembre), ma in Sudamerica è già iniziata la nuova "crociata" della federazione calcistica mondiale, che vuole impedire l'accesso negli stadi, per le partite sotto la sua egida, a videocamere ed altri strumenti con cui gli spettatori possono effettuare riprese filmate dagli spalti. Il tutto per mettere un freno al dilagare di documenti audio-visivi non autorizzati (su cui non si pagano i diritti) su YouTube o altri mezzi di diffusione.
PERQUISIZIONI A BOGOTA' - Gli effetti di questa decisione si sono visti allo stadio El Campin di Bogotà, dove ieri notte si sono affrontate Colombia e Brasile per la prima giornata del girone delle qualificazioni sudamericane. Secondo quanto riporta il più diffuso giornale brasiliano, A Folha de Sao Paulo, ai punti di filtraggio predisposti prima degli ingressi a tutti gli spettatori veniva chiesto se avessero con sè una videocamera: in caso di risposta affermativa, l'oggetto veniva confiscato. Ci sono state anche perquisizioni, e per questo ai cancelli dell'impianto si sarebbero formate file lunghissime. C'è stato chi è riuscito ad introdurre comunque una videocamera, ma al momento di tirarla fuori e metterla in funzione è stato immediatamente "abbordato" da steward del servizio di sicurezza privato (il giornale brasiliano li definisce "molto aggressivi"), che hanno sequestrato l'oggetto.
VIDEOFONINI COME ARMI - Tutto ciò, secondo la Fifa, anche per tutelare chi aveva acquistato i diritti su questa partita, ovvero l'emittente colombiana Caracol. L'introduzione di videocamere all'interno dello stadio è stata vietata (presto il provvedimento potrebbe essere esteso ai videofonini, sempre per i match "targati" Fifa) al pari di quella di armi da fuoco e bevande alcoliche. A Bogotà era vietato l'ingresso anche alle donne incinte e ai minori non accompagnati. Arrestati 39 bagarini, immediatamente caricati su un cellulare della polizia che stazionava nelle vicinanze.
Gazzetta dello Sport 15/10/2007

L'unico modo per mettere in ginocchio la macchina affaristica del calcio è costituito da tre semplici punti, ogni persona innamorata di questo sport dovrebbe prenderli in considerazione:
1) Digiuno totale dall'acquisto di maglie ufficiali, palloni firmati, figurine, statuine e gadget vari.
2) Richiedere attraverso documento scritto l'eliminazione del proprio contratto SKY, MEDIASET PREMIUM, LA7 ecc a meno che la concessionaria non si adoperi nel sollecitare la FIFA ad eliminare questi atteggiamenti TOTALITARI. Vogliamo stadi sicuri non CARCERI.
3) Ad ogni partita manifestare davanti allo stadio, senza entrare, riproponendo le motivazioni che giustificano la protesta in ogni suo punto.

Queste sono le uniche armi di cui disponiamo per eliminare il fango che sostiene lo sport che amiamo. Bisogna usarle e in fretta.

martedì 9 ottobre 2007

Chiarimenti sul V-DAY


E' passato ormai più di un mese dal giorno della "disfatta" politica, grandi emozioni sono ancora vive dal quel giorno e fortunatamente l'entusiasmo non si è spento tra i sostenitori, eppure c'è ancora una questione da risolvere. Nel post "Il Parlamento risponde al blog" del 26 Luglio 2007, Beppe Grillo trascrive nel post scriptum tale esortazione:
"la mia partecipazione allo spettacolo di Bologna e degli altri artisti sarà gratuita. Per l'allestimento e la gestione sono previsti circa 40.000 euro. Io inizio con 5.000 euro. Chi volesse partecipare può farlo alle coordinate bancarie riportate.
Conto bancario intestato a Beppe Grillo
ABI 05018
CAB 12100
c/c 116276
Swift: CCRTIT2T84A
Iban: IT35B0501812100000000116276
CIN B
BANCA POPOLARE ETICA
Causale: V-day
"

Nei giorni seguenti Beppe inserirà nella pagina della manifestazione, anche una sezione dedicata alla donazione, con le coordinate bancarie sopra riportate. Stando all'intervento di Grillo del 13 settembre, le persone che hanno sostenuto il V-DAY con la loro firma ammontano a 332.225. Se ogni persona che ha firmato avesse anche voluto dare un contributo in denaro, sarebbero bastati € 0,12 a testa per coprire la spesa dei 40.000 euro necessari. Io ho partecipato alla donazione mettendoci 15 euro. Nei giorni successivi al V-DAY, a partire dal 13 settembre circa, non sapendo se era stato possibile rientrare nella spesa preventivata ho cominciato a chiedere sul blog, informazioni riguardo la situazione della colletta. Ho anche usufruito della casella di posta messa a disposizione sul blog, per inviare lo stesso messaggio direttamente a Beppe. Inviavo la stessa email per ogni nuovo post pubblicato sul blog(perciò una email al giorno circa). Non ho ricevuto alcuna risposta, per lo più ho subito diverse critiche di cui alcune prive di logica ed altre contenstabili in base alle richieste che ponevo. Ho voluto battezzare questo gruppo di persone gli "spazzini del blog", per evidenziare il caratteristico conciliarsi tra loro al fine di cestinare i commenti meno "elogiativi" e discriminare le idee degli autori. Il messaggio che ho inviato con spudorata costanza è il seguente:
"Ciao Beppe,
inizio con i complimenti perché te li meriti, dopo anni e anni di battaglie è fin troppo misero comparire sui giornali solo dopo il V-DAY. Ma sono sicuro che è molto più soddisfacente il bagno di folla che da tempo ti accompagna ad ogni esibizione, piuttosto che il trafiletto giornalistico impregnato di retorica e d'interessi nascosti.
Volevo fare una domanda molto semplice a cui non ho trovato riscontro sino ad ora. Quanti soldi sono stati raccolti attraverso il conto corrente della Banca Etica prima dell'8 settembre?
Pur non essendo di Genova, sarei felice di sapere dove sono andati a finire i soldi che ho versato. Siamo arrivati ai 40.000 euro necessari a pagare le strutture nella piazza bolognese? Ne sono forse avanzati? Quanti? Credo che sarebbe accolto con molto consenso un angolino nel blog dove sono registrati i conti della colletta pubblica.
Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto fino ad oggi.

In attesa di un tuo gentile riscontro
con affetto ti saluto

Ciao!!!!"

Il 3 settembre dopo un chilometrico intervento sul blog, al terzo post scriptum Beppe scrive:
"Sto ultimando i conti delle spese vive sostenute per il V-day. Li pubblicherò a breve con il risultato della sottoscrizione. Un grazie di cuore a chi ha sostenuto il V-day".
Dopo un mese dal V-DAY ancora non si conosce alcun dato sull'entità del denaro raccolto con la causale "V-day". Beppe grillo è maestro nell'insegnare che quando ci sono di mezzo i soldi si deve esigere la massima trasparenza. E io a questo suo insegnamento sacrosanto cerco di appellarmi. Ci sono altre persone nel web che la pensano come me, e non escluderei una sorta di collaborazione, nel caso in cui la situazione dovesse rovinare. Da oggi ricomincio a "rompere le scatole" sul blog, spero di non imbattermi in qualche altro spazzino maleducato.

p.s.
Ringrazio ALDO
per aver messo a disposizione il video d'introduzione, di cui condivido pienamente il contenuto.

venerdì 5 ottobre 2007

Le Sfiduciarie Politiche












«Non ho mai chiesto censure - aggiunge Mastella -, vengo dalla scuola cattolica per cui il dubbio è permanente. Dico ai consiglieri, e non è una minaccia ma una valutazione, che gli italiani avranno anche le scatole piene se ogni sera si parla di me piuttosto che dei problemi reali. O il Consiglio di amministrazione della Rai dà una regola di comportamento, o attiveremo strumenti parlamentari sfiduciando questo Cda, non abbiamo alternative»
Corriere della Sera 05/10/2007
Ho riportato qui sopra il commento che il ministro della Giustizia Mastella ha esposto dopo la trasmissione Annozero di ieri sera, il cui tema centrale era il caso De Magistris. Il leader UDEUR prende in mano le redini del Paese, si fa interprete unico degli apprezzamenti italiani ("gli italiani avranno anche le scatole piene se ogni sera si parla di me") e impone il suo lato squadrista minacciando di attivarsi contro il CdA della RAI. Ecco che riappare la Casta, l'élite degli intoccabili, degli incriticabili, dei privilegiati che senza alcuna coscienza sono pronti ad attaccare ogni voce che gioca a loro sfavore. Mastella dall'alto dei suoi 534.088 voti di preferenza, sente il dovere di tutelare gli italiani (che nel dicembre 2006 erano 59.131.287)da un'informazione noiosa ed eccessivamente forcaiola. Allora se Mastella vuole sfiduciare il CdA della RAI io in qualità di cittadino italiano voglio avere la possibilità di sfiduciare Mastella. Non voglio apparire come paladino della RAI, poichè da anni continua a sciorinare programmi che non hanno alcun gradimento a livello macroscopico, ma l'idea del guardasigilli mi fa balzare alla mente una proposta tanto divertente quanto impraticabile. Ma perchè i politici possono vantare solo l'elezione e mai la sfiducia? Perchè il popolo italiano non ha alcun mezzo decisionale per allontanare i politici che ritiene meno meritevoli? Se esistono le Elezioni Politiche io voglio anche le Sfiduciarie Politiche. L'intero elettorato italiano è chiamato a scegliere 100 personaggi politici da allontanare dalle istituzioni. Ad ogni cittadino saranno recapitati nomi e cognomi di parlamentari, senatori e ministri, sulla "scheda della sfiducia" il cittadino dovrà scrivere nome e cognome dello sfiduciato. Al termine delle Sfiduciarie la "top hundred" dovrà tenersi alla larga dalla politica per almeno una legislatura. E qui sì che la demagogia regna sovrana!!!
Sono sicuro che il povero ministro Mastella rientrerebbe facilmente addirittura nella "top ten" delle Sfiduciarie Politiche. Se mai questa nuova forma di potere al cittadino acquisirà concretezza, auguro sinceramente al ministro Mastella i migliori auspici, oltre che la promessa di un voto di sfiducia.


giovedì 4 ottobre 2007

La Legge Gozzini















Il brigatista Cristoforo Piancone è stato arrestato due giorni fa dopo una rapina al Monte dei Paschi di Siena in una filiale dell'omonima città. Piancone ha tentato di sottrarsi all'arresto facendo uso di una pistola contro un poliziotto, ma fortunatamente l'arma si è inceppata, evitando di aggiungere al palmares del pluriomicida l'ennesima vittima. Il terrorista era stato arrestato nel 1978 e condannato a 6 ergastoli, non si è mai pentito ne dissociato ufficialmente dall'organizzazione, eppure gli è stato dato il riconoscimento dello stato di semilibertà. La domanda è lecita, come può il Piancone usufruire di un simile privilegio? Perchè gli viene permesso di esercitare lo stato di semilibertà? Quale razza di magistrato può riconoscergli tale diritto?
Come spesso accade (ma non sempre) ci si lascia trascinare dall'idea che un magistrato possa interpretare il significato delle leggi a suo giudizio, mentre invece esistono leggi chiare, che lasciano poco spazio all'immaginazione. Nel caso Piancone i magistrati che gli hanno conferito il beneficio della semilibertà hanno applicato la Legge Gozzini (n.663/86), come era loro dovere fare. La Gozzini nasce nel 1986 e prende il nome da uno dei suoi maggiori promotori, Mario Gozzini al tempo senatore della Repubblica per la Sinistra Indipendente. Questa legge è stata costruita per modificare e integrare una legge più vecchia, il Trattamento Penitenziario del 1975 (n.354/75). Tra i 32 articoli che la costituiscono, l'articolo che tratta l'ammissione alla semilibertà è l'art.14 che sostituisce l'art.50 della legge passata. Il comma 5 di questo articolo si esprime come segue: "Il condannato all'ergastolo può essere ammesso al regime di semilibertà dopo avere espiato almeno venti anni di pena". Piancone aveva scontato 25 anni al momento della concessione.
Sempre nell'art.14, al comma 2 si definiscono gli estremi percui un condannato può beneficiare della semilibertà, in pratica deve o aver scontato almeno la metà della pena (ma il Piancone aveva 6 ergastoli sulle spalle) oppure rientrare nei criteri elencati al comma 4. Più precisamente il comma 2 si attiva dal momento in cui non ci sono le possibilità di affidare il condannato ai servizi sociali, l'art.47 del Trattamento Penitenziario stabilisce questi criteri, perciò se l'internato non può usufruire dei servizi sociali per allontanarsi dal carcere, può tentare di ottenere la semilibertà. Infatti il comma 2 ammette la concessione nel caso in cui da un'attenta osservazione della personalità del soggetto (procedura dell'art.47) si ottengono i risultati per soddisfare il comma 4. Il comma 4 dell'art.14 si esprime come segue: "
L'ammissione al regime di semilibertà è disposta in relazione ai progressi compiuti nel corso del trattamento, quando vi sono le condizioni per un graduale reinserimento del soggetto nella società". Cristoforo Piancone è sempre stato riconosciuto un carcerato modello rispetto a vari requisiti di ordine, pulizia, rispetto ecc.
In queste condizioni è difficile per un magistrato negare la semilibertà poichè la legge stabilisce chiaramente le opzioni che giocano a favore del condannato.
Ritengo giusto trarre da questa vicenda le motivazioni necessarie a eliminare queste "leggi premio", nelle quali spesso il magistrato si trova a inciampare, restando poi esposto alla severa opinione pubblica.
E' necessario avere un'idea precisa della dimensione della pena, quella è stata data dalla sentenza e quella deve essere scontata, questo gioco del dentro/fuori non offre un'adeguata rieducazione del condannato ne un'adeguata sicurezza alla società. E' bene far notare che queste leggi dello sconto sono state attuate per la necessità di non sovraffollare le carceri, pretesto utilizzato anche recetemente per giustificare l'indulto. Sarebbe perciò opportuno che il governo intervenisse sulla Gozzini, per minimizzare gli sconti della pena, e che si impegnasse nella costruzione di nuove carceri, prima di un nuovo vergognoso indulto e per evitare il ripetersi di altre incresciosce situazioni come il caso Piancone.

sabato 29 settembre 2007

Second Life per la Birmania



















Anche gli abitanti di Second Life manifestano a favore della libertà nel Myanmar (ex Birmania). E' in corso da oggi pomeriggio un'iniziativa nella land Austria Oesterreich , anch'io stò partecipando, il tutto consiste nell'esibire cartelli o magliette a sostegno del popolo del Myanmar e formare una catena "umana" con i propri avatar. La rivolta pacifica organizzata dai monaci buddisti, è nata in agosto, quando il governo militare ha aumentato i prezzi di benzina e gas del 500% eliminando la possibilità di usufruire di questi beni essenziali alla maggior parte della popolazione. Il regime ha oscurato l'informazione in tutto il Paese e da alcuni giorni è in atto una vera e propria caccia ai giornalisti stranieri. Perfino internet è stato oscurato ed è impossibile comunicare dall'esterno.
Tutta la mia solidarietà è rivolta verso questi pacifici manifestanti che rivendicano alcuni diritti fondamentali come quello del rispetto della vita, della salute, della comunicazione e della democrazia. Continuerò a manifestare nel metaverso finchè reggerà l'organizzazione, spero che l'iniziativa non passi inosservata ai soliti media sbadati.

giovedì 27 settembre 2007

Giustizia parlamentare 2

















Ricordate le intercettazioni sulla scalata Unipol-BNL-Antonveneta??? Ieri 26 settembre la Giunta per le autorizzazioni ha decretato la sua scelta. La dott. Forleo potrà usufruire in sede di processo delle intercettazioni riguardanti i deputati Piero Fassino (Ulivo) e Salvatore Cicu (Forza Italia). Le intercettazioni a carico del ministro degli esteri, Massimo D'Alema, saranno riconsegnate all'autorità giudiziaria di Milano. La Giunta si è dichiarata infatti incompetente poichè D'Alema all'epoca dei fatti non era deputato del Parlamento italiano ma europeo, perciò il caso non rientra nel campo dei poteri concessi all'organo parlamentare. In questa scelta si sono astenuti il gruppo di Forza Italia rappresentato da Gelmini Mariastella, Leone Antonio, Mormino Nino (vicepresidente della Giunta), Paniz Maurizio, Jole Santelli, il gruppo di Alleanza Nazionale Frassineti Paola, Pepe Antonio, unico voto contrario quello di Palomba Federico (Italia dei Valori) il quale richiedeva che anche le intercettazioni riguardanti D'Alema fossero messe a disposizione della dott. Forleo, evitando altri contrattempi. Da evidenziare il comportamento del gruppo rappresentante Forza Italia, il quale ha ribadito la politica antimagistratura ormai da anni caposaldo del partito, votando a sfavore delle autorizzazioni per i casi Fassino e Cicu. Anche il deputato Buemi Enrico (Rosa nel Pugno) si è opposto concessione delle due autorizzazioni, considerando la richiesta della Forleo "connotata da elementi esorbitanti". Le alternative del GIP Forleo sono ora due: riproporre al Parlamento la richiesta d'autorizzazione per le intercettazioni di D'Alema, oppure portare il caso a Starsburgo all'Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo, la quale dovrebbe avere la competenza necessaria a valutare la richiesta.
Dopo quattro sedute di valutazioni la Giunta tiene fuori dai giochi il pesce più grosso, dichiarandosi incompetente, l'unica nota positiva è che nessuna di queste prove è andata persa e il GIP milanese potrà ancora disporne come riterrà più opportuno. Massimo D'Alema è già stato prescritto nel 1995 per tangenti (finanziamento illecito), in quanto nel 1985 ricevette dal miliardiario mafioso Francesco Cavallari 20 milioni di lire, destinate al Partito Comunista Italiano. Anche oggi nel 2007 si temporeggia, forse riuscirà a scamparla ancora, io spero di no. Con prove che rendono evidente un coinvolgimento nelle vicende processuali, pur marginale che sia, ritengo sia d'obbligo portare in giudizio D'Alema, se poi non esiste complicità tanto meglio per il nostro ministro degli esteri. Staremo a vedere cosa escogiterà Clementina Forleo per portare avanti il suo lavoro. Buona fortuna!!!

martedì 25 settembre 2007

Tre illustrissimi al banco degli imputati.















Finalmente inizia il processo Cirio, da 4 anni i piccoli azionisti dell'azienda alimentare con sede sociale a Bologna, attendono questo giorno. Dal lontano 2003 ancora non si è stabilito chiaramente dove siano svaniti 1.125 miliardi di euro, di sicuro non nelle tasche dei risparmiatori, molto più probabilmente sono stati spartiti tra pochi eletti e senza alcun controllo da parte degli organi che dovrebbero vigilare, come il Parlamento o meglio ancora la CONSOB. La sentenza arriverà e qualcuno dovrà pagare qualcosa per quello che è successo, il problema è che si paga sempre dopo aver commesso i danni, e non si capisce perchè in un Paese sviluppato come il nostro prevenire sia un'azione tanto difficile. Tra gli imputati del processo si possono trovare tre illustrissimi: Cesare Geronzi, Sergio Cragnotti, Giampiero Fiorani.
Cesare Geronzi, classe 1935, da una vita nelle banche ad oggi può vantare cariche importanti, come la presidenza di Capitalia e vicepresidenza di Mediobanca, iniziative virtuose come la fusione Capitalia-Unicredit, la banca più potente d'Italia da 100 miliardi di euro, e una fedina penale sporca, condannato in primo grado nel 2006 per bancarotta preferenziale (Crac Italcase) a un anno e otto mesi di carcere e dichiarato inabile all'impresa commerciale per due anni. Geronzi non ha mai scontato questa pena, la condizionale lo ha salvato, ma nonostante tutto può sperare nella futura sentenza riguardante il Crac Parmalat, in cui è accusato di usura, oppure in alternativa dovrà attendere ancora più a lungo la conclusione di questo ultimo processo a suo carico, in cui è accusato di bancarotta fraudolenta impropria.
Sergio Cragnotti, classe 1940, storico presidente della Lazio con cui vinse anche lo Scudetto 1999/2000, è implicato in prima persona nel Crac Cirio poichè nel 2003 era unico azionista, del gruppo che controllava l'azienda. Il 14 marzo si presenterà in Tribunale con l'accusa di bancarotta fraudolenta impropria.
Giampiero Fiorani, proprio lui, il nuovo divo di Lucignolo, spensierato vacanziere e gigolò in mutande. Forse guardandolo sulla telespazzatura di ITALIA1 può sembrare una persona raccomandabile, in realtà il passato di questo signore alla soglia dei 50 anni è pieno di intrighi ancora irrisolti. Nel 2005 era a capo della Banca Popolare di Lodi, epicentro dello scandalo Bancopoli, venne arrestato e rilasciò importanti dichiarazioni riguardo la sua posizione di mediatore tra banche e politica, ammettendo anche di aver accumulato un patrimonio (70 milioni di euro) a carico dei propri clienti. Tra le varie modalità di sfruttamento dei risparmiatori, la banca di Fiorani poteva vantarne una molto originale, alla morte di un cliente venivano illegalmente requisite le liquidità, a meno che i parenti (ipotizzandone l'esistenza) non riuscissero a chiudere il conto in tempi scandalosamente brevi. In poche parole rubavano anche ai morti. Anche per questo "cameriere" dei politici mi auguro una giusta sentenza.
In Italia le probabilità che questi tre distinti signori possano scamparla sono anche troppo alte e forse è un processo già finito ancora prima di cominciare, l'unica cosa che ci rimane come sempre è la speranza e l'impegno per vedere migliorare un sistema marcio, che trova i suoi maggiori esponenti implicati in queste vicende.

lunedì 17 settembre 2007

You Tube per il futuro....!!! (anche in Italia???)

In America You Tube arriva anche a scuola. Il sito videosharing più famoso del mondo è stato proposto come materia di studio in California, e quindi è considerato un vero e proprio strumento di comunicazione di massa, sopratutto in prospettive future per le nuove generazioni. Già il 23 luglio YT è stato utilizzato per permettere ai cittadini statiunitensi di porre alcune domande (registrate) ai candidati per la leadership del Partito Democratico. Hanno discusso della guerra in Iraq, del risparmio energetico, dei matrimoni omosessuali, di pedofilia e tanti altri argomenti importanti per il benessere del Paese, il tutto supportato dalle domande dei cittadini in video su internet, domande che di certo un giornalista "per bene" non farebbe mai.Un esempio di etica democratica ammirevole, che noi italiani possiamo solo sognare per tempi migliori, oppure accontentarci dell'unico ministro italiano che adotta YT come strumento per divulgare periodicamente il suo operato politico, Antonio di Pietro.

Dibattito sulla Guerra in Iraq 23 luglio 2007

giovedì 13 settembre 2007

I Padroni delle Notizie





















L'informazione è un diritto comune, chiunque potrebbe affermarlo, ma da anni ormai gli organi di diffusione delle notizie sono stati corrotti. Sempre più pubblicità in televisione e nei giornali, sempre più editori-manager, sempre più PR (Pubbliche Relazioni) che ossessionano le redazioni, sempre più giornalisti marchettari (che ricevono favori in cambio di un buon articolo). E' la pubblicità che fa girare l'informazione, gli impreditori e gli inserzionisti stipulano continuamente accordi commerciali, spesso attraverso mediatori detti concessionarie. Queste concessionarie usufruiscono di un mercato privo di alcun controllo, dove i prezzi vengono decisi in base alle "referenze" degli utenti che pagano per avere pubblicità. I migliori clienti di testate giornalistiche e telegiornali sono i colossi dell'impreditoria come le banche e le grandi aziende automobilistiche, farmaceutiche, alimentari, non da meno le industrie dell'acqua minerale. Sembra incredibile ma il successo dei prodotti di queste aziende è direttamente proporzionale alla bontà degli articoli giornalistici o dei servizi televisivi che ne discutono. La nostra cultura quotidiana è condizionata dai soldi delle grandi imprese.
In questo libro Giuseppe Altamore descrive il mondo giornalistico moderno, criticandone l'aspetto sempre più commerciale, riportando molti esempi di commistione tra informazione e pubblicità, molti esempi di marchette che coinvolgono la maggior parte degli odierni giornalisti, descrivendo le caratteristiche di enti a tutela dell'informazione come l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) o l'Autorità per le garanzie delle comunicazioni (Agcom), riportando esempi di provvedimenti che hanno multato aziende e testate giornalistiche.
Tra gli esempi di macchinazione giornalistica trattati, i più deplorevoli sono sicuramente quelli in cui si parla di guerra, come in Cile (1973), in Romania nella rivolta di Timisoara (1989) e per la Guerra del Golfo (1990 - 1991). Altri esempi allarmanti sono quelli che riguardano la nostra salute, come l'occultamento di notizie riguardanti il cancro che si poteva incontrare utilizzando un certo modello di Lancia Dedra, oppure il dilagare di notizie su virus (dei polli per esempio) solo perchè una grossa azienda farmaceutica ha lanciato nel mercato un nuovo vaccino antinfluenzale e indirettamente viene favorita la vendita di questo prodotto. Strumentalizzare la notizia è un'arma potente, ed è in mano a questi "padroni delle notizie", chi non stà al gioco viene escluso ed emarginato.

"Può suonare come un'affermazione apocalittica, ma il vero scopo dei mezzi di comunicazione sembra essere sempre meno quello di informare il cittadino e sempre più quello di formare il perfetto consumatore"
Giuseppe Altamore

lunedì 10 settembre 2007

Giustizia parlamentare

















Ancor prima della chiusura estiva delle camere, il gip (giudice per le indagini preliminari) milanese Clementina Forleo aveva fatto richiesta alla Giunta per le Autorizzazioni, di poter utilizzare intercettazioni raccolte dall’indagine sullo scandalo Antoneveneta-Unipol-BNL. In poche parole, se esistono prove che compromettano in qualsiasi modo un membro del parlamento, queste devono essere prima discusse da un gruppo di parlamentari, e se ritenute prove convincenti possono essere presentate in giudizio alla magistratura.
I parlamentari coinvolti sono tre. Piero Fassino che ha dichiarato la sua totale estraneità dai fatti. Massimo D’Alema (già graziato dalla prescrizione nel 1995) che ritiene errata la richiesta della dottoressa Forleo e l’accusa di dare giudizi troppo affrettati che non le competono. Salvatore Cicu di cui non ho percepito alcuna dichiarazione.
Per quanto mi riguarda ritengo sgradevole e scorretto, nei nostri confronti, l’iter da seguire per processare un parlamentare. A mio modo di vedere un parlamentare è un cittadino che rappresenta altri cittadini e non deve vantare privilegi simili. Se poi l’accusa si rivela infondata sarà il politico stesso con i suoi mezzi a rivalutare la propria immagine. Tutto fa parte della sua responsabilità di personaggio pubblico e deve accettarla.
Io mi sono appellato al buon senso del presidente della Giunta per le Autorizzazioni, Carlo Giovanardi. Il tempo giudicherà le mie azioni.
Entro la prossima settimana si dovrebbe conoscere il verdetto della Giunta. Se sarà favorevole, allora si metteranno in mano della magistratura i mezzi necessari per svolgere un lavoro decoroso, che possa tenere conto di tutte le prove raccolte nell’indagine. Se sarà contrario, i parlamentari avranno praticamente ottenuto un’assoluzione preventiva.
Qui potete prendere spunto dalla mia email, inviata all’On. Giovanardi, e mandarne una simile ma con le vostre generalità da questo sito.


On. Giovanardi,

Le scrivo, in qualità di cittadino di questo Paese, in merito all'autorizzazione delle intercettazioni Unipol-Antonveneta-BNL, richiesta dalla dott. Clementina Forleo, e discussa dalla Giunta da Lei rappresentata.
Per garantire la trasparenza più assoluta verso i cittadini italiani, io chiedo che sia concessa l'autorizzazione all'esercizio di tali intercettazioni, per garantire gli strumenti necessari a studiare i reali coinvolgimenti delle parti interessate. Ritengo sia opinione comune che lo svolgere un'analisi con i mezzi dovuti è garante oltre che dell'interesse di coloro che sono estranei ai fatti, e quindi innocenti, anche dei cittadini, che potranno valutare la vicenda senza recriminare alcun ostacolo all'indagine.

La ringrazio del tempo concessomi.
Cordialmente

XXXXX YYYYY

domenica 9 settembre 2007

Il V-DAY



















Ieri centinaia di migliaia di persone hanno partecipato al VDAY in 225 città italiane. Una giornata d’informazione, di quella vera, dove si può parlare di chi sono veramente i nostri rappresentanti politici. Dove si può mandare a “fanculo” la politica corrotta, la mafia, le evasioni fiscali, le speculazioni edilizie, le farse economiche, quelle giornalistiche, l’ipocrita gestione del lavoro, della comunicazione, dell’ambiente e della NOSTRA salute.
In un Paese dove poche cose funzionano finalmente gli italiani si sono riuniti per dire basta a questi problemi che derivano essenzialmente dalla triade inscindibile POLITICA-MAFIA-SPA.
Si sono raccolte firme per portare in parlamento una proposta di legge POPOLARE, cioè che viene direttamente dal popolo. Questa legge "Parlamento Pulito" comprende tre semplici punti:

  1. Fuori dal Parlamento chi è stato condannato dalla Giustizia italiana e continua a ricevere stipendi esagerati e percepirà tra poco anche la pensione parlamentare. La legge tiene conto anche dei prescritti, perché chi è prescritto è stato riconosciuto COLPEVOLE ma non condannabile perché è passato troppo tempo dall’atto di colpevolezza. Sono 24 i parlamentari giudicati in via DEFINITIVA. Tra i prescritti più notori Andreotti (senatore a vita), Massimo D’Alema, Silvio Berlusconi e Lorenzo Cesa.
  2. Fuori dal Parlamento tutti coloro che da più di 20 anni occupano la carica di deputato a Montecitorio. E qui di nomi se ne dovrebbero fare troppi ma sarà sicuramente stilato un elenco.
  3. Riconsegnare in mano al cittadino, unico detentore del potere, l’elezione diretta. E cioè deve essere il cittadino a poter votare il suo rappresentante al Parlamento e non un leader di partito.

Erano necessarie 50.000 firme autenticate per poter portare l’iniziativa in Parlamento ed essere discussa. Ancora prima di mezzogiorno era stata ampiamente soddisfatta questa quota e alle sette di sera Beppe Grillo ha annunciato dal palco di Bologna che si erano ottenute 300.000 firme.I risultati finali sono ancora da accertare. Ma cifre di questo genere, se si considera che sono state raggiunte in meno di 24 ore, fanno capire come l’Italia che ci circonda sia una nazione stanca e rammaricata. Fanno capire che anche senza l’appoggio dei grandi media, sostenendosi da sola, ha raggiunto livelli di protesta incredibili e per nulla ignorabili.
Io ero a Bologna ieri, per quasi 4 ore di fronte al palco dove si teneva la manifestazione. Un’emozione unica e indescrivibile mi ha accompagnato per tutte quelle ore mentre ascoltavo i vari testimoni della giornata. Un brivido mi percorreva ogni volta che sul maxischermo veniva visualizzata Piazza Maggiore completamente piena di gente. Mi ha fatto commuovere vedere tanto impegno sociale e tanta condivisione ideologica. Sono state stimate 200.000 persone presenti nella piazza e dintorni. Perché migliorare il Paese è motivo di grande interesse per chiunque e la prova di questo saranno le nostre firme.
Il VDAY non è finito ieri. Sappiamo essere coerenti, e sappiamo che questa politica troverà il modo di sviare anche questo ostacolo, ma il VDAY deve essere portato avanti ogni giorno da tutti noi. Contro ciò che non ci sta bene, contro chi si vuole chiamare GOVERNANTE mentre invece è un RAPPRESENTANTE, contro chi non tutela la collettività.
Una lotta razionale e testarda. Il VDAY non è stato ieri ma sarà questo.

Ecco come dovrebbe cambiare la camera del Senato e quella del Parlamento se venisse attuata la legge popolare.

giovedì 6 settembre 2007

AAA 98 MILIARDI CERCASI














Se combattere l’evasione fiscale è stato il cavallo di battaglia della sinistra attualmente al potere, tutti noi oggi abbiamo l’opportunità di valutare il reale impegno in questa lotta. Il 31 maggio di questo anno appare nel sito della rivista “Il Secolo XIX”, quotidiano d’informazione leader della Liguria, un articolo dedicato al business dei videopoker ed affini. Come ben si sa il mercato di questi oggetti è Monopolio di Stato, e perciò in un certo senso sono soldi dei cittadini, ma nello scoop sono notificate diverse irregolarità e leggerezze adottate dall’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), leggerezze che pesano 98 miliardi di euro.
Il funzionamento delle macchinette è molto semplice, l’utente gioca i soldi, questi vengono registrati e le informazioni sono spedite tramite rete informatica alla Sogei, cioè la società che raccoglie questi dati e comunica al concessionario (per esempio il gestore del bar che mette a disposizione la macchina) l’imposta dovuta allo Stato.
Ogni macchina deve essere controllata da tecnici accertatori che verificano il collegamento alla rete e lo certificano. Nell’articolo sono evidenziate dichiarazioni dei Monopoli secondo cui nel 2004 95.767 macchine erano funzionanti (perciò incassavano soldi) però scollegate dalla rete (e quindi lo Stato non ci guadagnava una lira). Nella totale consapevolezza di queste perdite di denaro dovuto allo Stato, l’AAMS ha sempre adottato sistemi di dilazione (e cioè concedendo più tempo per pagare) invece di sanzioni immediate. Inoltre è accertato dalla commissione d’inchiesta, voluta da Vincenzo Visco nel giugno dell’anno scorso, che i Monopoli hanno volutamente ritardato di un anno il controllo in rete delle macchinette, senza richiedere poi alcun rimborso ai concessionari. Un anno di contributi allo Stato andati in fumo. Dalla relazione dell’On.Alfiero Grandi, capo della commissione, emerge anche che molti dirigenti dell'AAMS e funzionari accertatori della messa in rete delle macchine sono stati corrotti, e che uno di essi fosse proprio un ingegnerie condannato per usurpazione di titolo (si spacciava per quello che non era). Ma le guardie di Finanza guidate dal colonnello Umberto Rapetto scoprono ancora di più. Secondo i dati dei Monopoli il bilancio del 2006 era il seguente: 200.000 macchine attive e 15,4 miliardi di euro incassati. In realtà la Finanza stima che l’incasso ammontava a 43,5 miliardi, o hanno sbagliato a fare i conti loro (e devono aver sbagliato di parecchio) oppure ci sono 28,1 miliardi che non si sa dove sono andati a finire. I ragazzi della Finanza, dopo la relazione stilata dalla commissione, hanno pensato bene di fare il loro lavoro e calcolare quanto le concessionarie di macchine da gioco (videopoker ecc..) devono allo Stato.Tra multe non pagate e tasse non riscosse si arriva a quantificare una cifra pari a 98 miliardi di euro.
Secondo alcune voci calcolando gli interessi su questi soldi e aggiuntive multe che comprendano queste “sviste” si arriverebbe anche a incassare 150 miliardi di euro.
Dopo quattro mesi dalla pubblicazione dell’articolo il governo ha deciso di dare spazio a questi argomenti con un intervento che descrive tutti i provvedimenti adottati per fare chiarezza sul caso.Riassumendo la commissione è stata creata da Visco nel 2006, dopo nove mesi d’indagine è stata stilata la relazione conclusiva e recapitata al viceministro Visco, il quale l’ha inviata a Giorgio Tino presidente dell’AAMS, al dott. Ribaudo procuratore regionale della Corte dei Conti, e al dott. Ferrara procuratore di Roma. Nel giro di poco più di un mese, 22 maggio, Tino consegna a Visco documenti che attestano le motivazioni dell’AAMS. Il 17 luglio Visco invia all’ufficio legislativo Finanze sia la relazione della commissione Grandi sia le spiegazioni di Tino.
Vorrei però postare le ultime cinque righe dell’intervento.

Quanto alle penali previste nelle concessioni, calcolate dalla Corte dei Conti per un ammontare complessivo equivalente a circa sei volte il valore dell’intera raccolta annuale delle giocate tramite apparecchi da intrattenimento, va ricordato che attualmente sono oggetto di contenzioso tra l’Aams e le società concessionarie. Tra queste ultime, inoltre, vi sono alcune società quotate in Borsa; fatto che impone rigore ma anche prudenza nelle dichiarazioni.
dal sito ufficiale del governo italiano.

Sono sicuro che tutti i cittadini italiani non aspettano altro che il contenzioso si dissolva e arrivino finalmente questi soldi,ma chissà quando accadrà. Io personalmente invece spero che quell’ultima frase scritta dal nostro governo, non rappresenti la giustificazione per più di un anno di silenzio mediatico su queste vicende.Un silenzio certamente dovuto ai poteri immischiati in questo gioco dell’evasione fiscale. La commissione Grandi ha preso in esame l’indagine della Procura di Potenza, quella sul gioco d’azzardo che portò all’arresto del principe Vittorio Emanuele, dalla quale emergono dettagli che fanno riflettere. La più importante concessionaria in Italia, la Atlantis World Group of Companies, è rappresentata nel nostro Paese da Amedeo Laboccetta, esponente di AN ed amico intimo di Gianfranco Fini. Tra le intercettazioni nell’indagine di Potenza emergono telefonate tra Labocetta e Francesco Proietti (segretario di Fini e parlamentare di AN), e tra Proietti e Giorgio Tino. Da queste intercettazioni nascono le accuse del pm (pubblico ministero) di Potenza secondo le quali Giorgio Tino avrebbe evitato la revoca delle autorizzazioni alla società di Labocetta in cambio di voti favorevoli da parte del partito (AN) per mantenere la sua ambita poltrona di leader dell’AAMS. L’Atlantis sarebbe perciò la più grande concessionaria di “macchine di gioco a soldi” in Italia, alla quale è stato riconosciuta la necessità di revocare l’autorizzazione, ma che continua a lavorare dietro un oscuro accordo tra i vertici delle due parti, Atlantis e AAMS. Altra informazione molto interessante è la scoperta di Francesco Corallo tra i dirigenti dell’Atlantis. Francesco Corallo è figlio di Gaetano Corallo, noto boss mafioso incarcerato per fatti dovuti alle sale da gioco e in rapporti notori con Nitto Santapaola e l’ormai defunto Gaetano Badalamenti. In conclusione non si capisce dove siano andati a finire i nostri soldi. La Corte dei Conti, ha denunciato Giorgio Tino il quale rischia 1,2 miliardi di multa, e ha richiesto alle concessionarie i 98 miliardi di euro. Chissà dove sono scomparsi. Forse nelle casse di Alleanza Nazionale o forse nei conti corrente dei clan mafiosi. Speriamo che il governo renda chiarimenti opportuni e più tempestivi di quanto fatto finora. Nel frattempo possiamo solo chiedere accertamenti al presidente Giorgio Tino come hanno fatto i due giornalisti de “Il Secolo XIX”, Marco Menduni e Ferruccio Sansa, ai quali porgo i miei più sinceri complimenti per il lavoro svolto.

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domenica 2 settembre 2007

UDEUR E L'IMPEGNO ALLA MAFIA















Il presidente Montezemolo ha richiesto al governo l’intervento dell’esercito in Sicilia contro la mafia e si è fatto carico di promuovere una clausola per l’espulsione dalla Confindustria per gli imprenditori che accettano il pizzo. Chiaramente di fronte alla richiesta di un’intervento deciso il governo si tira un po’ indietro. Tra i vari pressapochisti Clemente Mastella
-è una discussione ricorrente nelle aree dove c’è maggior incidenza - ha detto Clemente Mastella, ministro della Giustizia - Il problema non è solo per la Sicilia, ma anche per la Campania e la Calabria, se ne discute ma per ora non c’è una risposta affermativa. Martedì - ha aggiunto - incontrerò il presidente del Consiglio e ci saranno in cantiere alcune iniziative che spero siano assecondate dal Parlamento al di là delle distinzioni tra le parti politiche-
Corriere della Sera 02/09/2007

Non ci si deve stupire se Clemente Mastella ad oggi ministro di Grazia e Giustizia, usa parole molto pesate quando parla di mafia, parole che dicono niente.
Lui che ha esordito nella nostra politica con la DC del ’76, fortemente voluto da Ciriaco de Mita (Presidente del Consiglio dal 13 aprile 1988 al 22 luglio del 1989), quando il partito era la parte politica più complice degli affari di Cosa Nostra.
Lui che è stato anche testimone di nozze di Francesco Campanella, uno dei pentiti “illustri” più recenti nella lotta contro la mafia, il quale ha offerto rifugio e documenti falsi a Bernardo Provenzano durante la sua latitanza record. Alle critiche sul fatto il Ministro rispose così:
“Tempo fa sono stato ascoltato dai magistrati come persona informata dei fatti. Non c’è nessun problema. Questa è una cosa malevola. Io sono stato al matrimonio di un ragazzo che aveva 24 anni, quindi se uno a 24 anni appartiene alla mafia, questo non lo sai; lo puoi scoprire dopo. Chi vuole - ha aggiunto - può tirare in ballo questa cosa vita natural durante fino al giudizio universale, ma io esco limpido e qualche altro invece sarà accusato di perfidia”
Il Giornale 19/05/2006

Infatti finché non c’è un riconoscimento della magistratura una persona non è capace di valutare se si trova ad un matrimonio di mafiosi oppure di persone normali. Accerchiato dai galantuomini di Villabate e delle altre famiglie siciliane il Mastella era il primo degli invitati, ma non si è accorto di niente. Altro testimone di nozze che affiancava Mastella per l’occasione era Totò Cuffaro, noto presidente della regione Sicilia ed esponente di Forza Italia, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa ma poi rinviato a giudizio per favoreggiamento aggravato alla mafia. Secondo le dichiarazioni di Campanella il Cuffaro e il nostro guardasigilli sarebbero anche in stretti rapporti tra loro.
- Portai Cuffaro da Mastella - racconta il pentito in uno dei tanti interrogatori ai pm antimafia -, che lo ricevette sulle scale, non lo fece neanche entrare a casa. Gli disse: "Cosa vuoi?" e Cuffaro disse: "Sono stato dal Cavaliere, questo ci prende a tutti, vieni con me perché io faccio il presidente della Regione e tu fai il presidente della Camera». Mastella sgranò gli occhi, mi guardò e mi disse: "Glielo dici tu che è cretino o glielo dico io?"-
Corriere della Sera 13/12/2005 (Giovanni Bianconi)

Ma non è finita qui. Il Campanella che nel 2000 ricoprì la carica di segretario nazionale dei giovani dell’UDEUR (cioè rappresentante e responsabile della sezione giovani del partito) ha sempre avuto ottimi rapporti con il leader di partito, come conferma una lettera da lui scritta al ministro il 30 agosto del 2005:
“Con il cuore gonfio di tantissime emozioni…Sei l’unica persona del mondo politico che ricordo con affetto, con stima e con estremo rispetto, perché sei sempre stato come un padre per me…”
“Nonostante non avremo modo di frequentarci nei prossimi tempi, sappi che io e barbara (la moglie
ndr) ti vogliamo veramente bene. Riguardati e cammina sempre dritto per la tua strada e non ti fare fregare da tutta quella gente vuota che ti sta intorno esclusivamente per interesse”.

Questa lettera è stata consegnata da Mastella ai magistrati durante la sua deposizione, dichiarando che non era mai stata letta prima che Campanella diventasse collaboratore di giustizia e quindi pentito, e che fra loro c’erano solo rapporti politici (leggendo dalla lettera nasce il dubbio).
Ma Clemente Mastella non solo è nato in grembo alla DC corrotta degli anni ’70 ed era conoscente di Campanella (picciotto di Provenzano), ma è stato anche nel 2004 il vice-presidente del CdA (Consiglio Di Amministrazione) del Napoli Calcio durante il crack da decine di milioni di euro ed ora è al centro di un’accesa polemica sugli sconti esagerati ricevuti dai politici per l’acquisto di case e appartamenti di lusso.
Inoltre tra le schiere del suo partito, da 534.088 voti di preferenza, Mastella può vantare personaggi come:
Marco Verzaschi Sottosegretario al Ministero della Difesa indagato per corruzione.
Stefano Cusumano Senatore della Repubblica e Presidente Commissione Agricoltura in galera per corruzione e turbativa d'asta (cioè l’atto illecito con cui si boicotta un’asta pubblica a favore proprio o di altri).
Antonio Potenza Assessore alla Sanità in Basilicata dal 2004 indagato per corruzione.
Gaetano Fierro Sindaco di Potenza indagato per corruzione in carcere per corruzione e turbativa d’asta.
Vittorio Insigne Consigliere della Regione Campania indagato per concorso in camorra.
Pietro Pittalis Consigliere della Regione Sardegna indagato per peculato (cioè appropriazione illegale di denaro o beni pubblici).
Sergio Stancato Consigliere Udeur indagato per corruzione.
Alla luce di tutto questo sarebbe auspicabile ricevere dal ministro Mastella segnali maggiormente convinti, che lo coinvolgano apertamente nella lotta contro la mafia sia in Italia che all’interno del suo partito, e che possano dimostrare il suo totale appoggio all’eliminazione di un fenomeno da troppo tempo largamente diffuso nel nostro Paese. Le sue parole non bastano, per essere credibile deve farci sapere quali sono le iniziative e quali provvedimenti concreti saranno adottati.
La mafia può essere sconfitta solo dal popolo attraverso la politica che lo rappresenta.
Fatevene una ragione e chiedetevi come può Mastella rappresentare la Giustizia italiana.

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martedì 28 agosto 2007

Avventura contro la Telecom













Sono qui oggi a raccontarvi la mia personale avventura nel mondo Telecom. Cosa succede se uno spensierato utente finale ha intenzione di utilizzare il suo prodotto Telecom (Alice) sfruttando tutti i prerequisiti per cui l'ha acquistato??? A gennaio comprai un "pacchetto offerta Alice" a € 60,00 ovvero una scatola che conteneva: modem Alice Gate Pirelli (ribattezzato l'Ufo), il modulo Wi-Fi da accoppiare al modem, un telefonino voipe chiamato Aladino, cavi ethernet e altri accessori per il corretto funzionamento delle apparecchiature, e infine una bellissima guida per una semplice installazione dei componenti. Il modem funzionava benissimo, non c'è che dire, tutto perfetto, riuscivo a sfruttare appieno la banda che pagavo da anni. Il primo problema riscontrato fu "Aladino il telefonino". Accorpando modem e modulo Wi-Fi sarei stato in grado di creare una connessione tra "Aladino il telefonino" e il modem, in modo tale da telefonare attraverso internet sfruttando programmi di telefonia molto più vantaggiosi economicamente, tra i più famosi di questi Skype. Ma "Aladino" non voleva saperne di funzionare!!! La guida era molto rigorosa sui passaggi necessari da eseguire per configurare il piccolo Voipe ma nonostante tutto non c'era possibilità di farlo funzionare.
“Pazienza!!!” mi dissi “con 60 euro mi sono comprato un ottimo router”. In effetti non ho detto che accorpare modulo Wi-Fi e modem da la possibilità di creare una rete domestica, cioè se io ho tre computer, posso collegare entrambi a internet usando il mio router (modem+modulo Wi-Fi). A gennaio però, io potevo solo ammirare le fantastiche caratteristiche del MODEM e non del ROUTER, poichè non avevo ancora tre pc come oggi.
L'eperienza fantastica iniziò verso il mese di maggio, quando la Flo decise di regalarmi il suo vecchio pc che non andava più, e insieme a Marki riuscimmo a metterlo a posto con qualche accorgimento. Il secondo pc funzionava!!! Allora mettiamolo in rete “tanto ho il router!!!”.
Fallirono tutti gli esperimenti iniziali per mettere il secondo calcolatore in rete. Si pensò inizialmente ad una mia acerba conoscenza di Linux, che era installato sul pc al posto di Windows, perciò marchi mi disse che non c'era da preoccuparsi e che era “una questione di configurazione di 10 minuti”. La mia fiducia verso quest'uomo va oltre il concepibile, non la concepisco neanche io a dir la verità, perciò si rimandò il tutto a luglio quando entrambi avremmo terminato gli esami.
Alla fine di luglio, io mi trovavo in casa tre computer (ne era arrivato un'altro) di cui due non riuscivano ad andare in rete, iniziarono così le sperimentazioni. Le conclusioni furono indiscutibili. Il router era in grado di portare in internet UN SOLO pc alla volta!!!
Tentai di telefonare a Telecom al noto numero per l'assistenza 187. Di tre telefonate effettuate interpellai TRE operatori differenti, DUE di essi mi diedero pareri opposti di cui nessuno utile, l'altro mi RIATTACCO' il telefono in faccia. Postai allora le mie perplessità sul noto forum P2P, centro di discussioni di ogni genere, nella speranza di ricevere informazioni o consigli per il mio problema. Mi rispose anche abbastanza tempestivamente un tizio, tale "Il Cartolaio", il quale mi rispose dandomi una notizia agghiacciante: il router è BLOCCATO PER COSTRUZIONE. Cioè secondo questo tizio qui il mio acquisto era una farsa, una bufala, un trucco di mercato. TI VENDONO UN PRODOTTO BLOCCATO.
Il Cartolaio mi lasciò nella sua risposta anche il link ad un'altro forum, in tale luogo si discuteva proprio dell'Ufo Pirelli, mi sono letto tutto dall'inizio alla fine. Circa una dozzina di persone riscontravano lo stesso problema, ovvero che l'Ufo (Alice Gate Pirelli) era un prodotto castrato di produzione. Questi ragazzi del forum si stavano anche impegnando nel tentativo di sbloccare il router modificando il firmware, cioè il microprogramma che gestisce i led del router le connessioni fisiche dei cavi e altre funzionalità prime dell'apparecchio, ma tutto ciò non aveva portato ad alcun risultato concreto. Si sono però realmente bruciati diversi Ufo nel tentativo di modificare questi programmini.
Alla luce dei fatti inscatolai tutto nell'imballaggio originale e con scontrino alla mano mi recai al Mega in corso della repubblica dove avevo acquistato il "pacco offerta". Mi avvicinai al settore elettronico/informatico attendendo il mio turno per parlare all'addetto, aspettai circa 10 minuti, e poi iniziai la mia opera di destabilizzazione psicologica.
M.R. “Buongiorno”
M.P. “Ciao”
M.R.”Io ho acquistato questo a gennaio pagando 60 euro solo che ho scoperto che non funziona come router, l'ho capito dopo che mi sono arrivati gli altri pc e non sono riuscito a metterli in rete, ho scoperto consultando alcuni forum in internet che il problema è di tipo costruttivo, cioè bloccano di loro iniziativa il firmware”
Alle parole "forum" e "firmware" è come se davanti ai suoi occhi si fosse materializzato un mostro terribile, il ragazzo incomincia a guardarsi attorno poi decide di dare un occhiata al router, inizia a a maneggiarlo tentando di separare la base dal modulo Wi-Fi.
M.R. “ehm... dovrebbe estrarre la linguetta nera... così"
Separazione effettuata. Dopo un'attenta osservazione delle componenti fisiche (io ho parlato di firmware) sentenzia un'insolito verdetto.
M.P. “Qua mi pare che sia tutto a posto...”
M.R. “sono sicuro che le componenti fisiche non hanno problemi... ma il problema è del firmware.. del programma che gestisce led e porte.. è quello che è bloccato di costruzione..”
M.P. “ah ok.. ma quindi?”
M.R.” "quindi" lo chiedo io a te... io qui ho comprato un "pacco offerta" a 60 euro per avere un telefonino voipe che non va e un router che funziona come modem.. Là fate pagare un modem a 30 euro.. qui io ho uno scontrino di 60 euro e ho materiale che non vale la metà di quello che ho pagato”
Continuavo ad additare il modem in esposizione che costava 30 euro e il tipo cominciava ad angosciarsi.
M.R. “tra l'altro guarda qua.... questo libretto parla chiaro... io me lo sono imparato a memoria a forza di guardarci..te guardando questa immagine cosa pensi?”
L'immagine ripetuta almeno due volte nella guida per l'installazione ritrae innegabilmente il router alice gate pirelli con modulo Wi-Fi connesso e intorno ad esso diversi pc, due di essi collegati da un cavo ciascuno, e un altro (portatile) collegato da onde che rappresentano il collegamento wireless.
L'addetto al settore accenna comprensione.
M.R.”Io ho fatto tutto quello che c'è scritto qua e il componente deve farlo perchè se no non funziona come dovrebbe e perciò non vale i soldi che ho speso”
M.P.”Hai provato a telefonare alla Telecom?”
M.R.”Tre volte uno mi ha pure riattacato in faccia.. La verità che nessuno mi ha detto l'ho trovata cercando su internet.. Ho trovato gente con lo stesso problema e che da 6 mesi ci lavora su.. sono programmatori, gente che conosce i linguaggi di programmazione.. per il momento non hanno risolto niente se non bruciare diversi di questi aggeggi.. Ma ti pare che io per avere una speranza di far funzionare il MIO router che ho pagato devo essere un esperto informatico?”
Gli occhi del tipo sono pieni di comprensione e non sa cosa fare.
M.R.”Non voglio romperti le scatole, lo so che questa roba voi la vendete a scatola chiusa, però io non voglio pagare 60 euro per niente...”
M.P.”Ah io ti capisco.. è una fregatura.. adesso.. posso solo farti parlare con questo qua.. seguimi”
Seguendo il ragazzo mi trovo davanti ad un uomo sulla cinquantina (forse più) dietro alla scrivania. Il ragazzo tenta di spiegare il problema, viene fermato dopo poco dal "boss" che si rivolge a me con molta tranquillità, ed ostentando un'intellettualità avanzata che io però non percepisco.
Boss “Devi telefonare alla Telecom e loro ti daranno la soluzione”
Nella mia testa mi vien da pensare che devo ricominciare tutto da capo...
M.R. “Guardi io alla Telecom ho telefonato già tre volte, due mi hanno risposto ma le soluzioni non hanno funzionato, uno mi ha riattacato in faccia, altri ho aspettato 15 minuti poi mi sono stancato e ho riattacato io perchè non rispondeva nessuno..”
Boss “No guarda io alla Telecom telefono e mi rispondono e si trova sempre la soluzione perchè io li minaccio di cambiare gestore”
M.R. “Il problema però qui non è telefonia, ma un router che io ho comprato e che è stato castrato nella produzione, io qui ho una scatola che a gennaio ho comprato per 60 euro, il valore reale di questa scatola è 30 euro”
Boss “Si ma è un problema fra te e chi l'ha fatto io non c'entro niente”
M.R. “Io ho contattato l'assistenza di più non so che fare se lei riesce a farsi dare una soluzione mi fa un favore.. provi a chiamare Telecom”
Boss “Va bene... Qual'è il numero???”
"Qual'è il numero???" Questo ha voluto farmi passare per scemo fino adesso e non sa neanche che il numero dell'assistenza Telecom è il 187.
M.R. “187”
Boss “A chi è intestata la linea?”
Fornisco gli estremi della linea.
Stranamente risponde praticamente subito qualcuno e il boss inizia a parlare del problema, poi tace, poi assume un aria perplessa, nel giro di 1 minuto mi passa la cornetta
Boss “Parlaci tu”
Straordinario davvero.....
M.R. “Allora il problema è già stato esposto a grandi linee e...”
Vengo interrotto da una voce femminile abbastanza irritata
A.T. “Guardi io non so perchè mi devo ripetere su queste cose comunque le spiego... Se lei ha un problema di blocco del router può intervenire solo la sede centrale...”
M.R. “Mi scusi ma vorrei capire.. Il router si può sbloccare dalla sede centrale?”
A.T. “Esattamente”
M.R. “Allora può fare richiesta per sbloccarmi il router?”
A.T. “Certo ma la richiesta viene inoltrata SOLO DOPO la sottoscrizione del contratto Alice Wi-Fi”
M.R.”Quindi lei mi stà dicendo che per avere una rete in casa MIA col MIO router devo pagare un abbonamento aggiuntivo????”
A.T. “Esattamente.. L'abbonamento è mensile... io so che molti rivenditori cercano sempre di vendere i nostri prodotti omettendo questi particolari..”
E qui è scattata chiaramente la strategia dello scarico delle responsabilità sui rivenditori!!! Ma brava Telecom!!!
A.T.”Io comunque ho degli amici che la rete se la fanno senza pagare niente con router non della Telecom”
M.R.”Guardi lei mi ha già detto quello che mi doveva dire.. non ho idea di quante querele ci siano in atto contro la sua azienda.. se ne faccia una ragione.. la saluto”
Conclusa la conversazione il boss e il tipo che erano rimasti ad ascoltare mi guardano con la faccia di chi è stato letteralemnte preso per il culo. Mi veniva da dirglielo che quello fregato ero io. Non passa neanche tanto che il boss molto convinto prende il mio "pacco offerta" e dice al tipo
Boss “Fagli prendere un altro di questi e questo qui ce lo riprendiamo noi poi lo dai a (non ricordo chi) e digli che è rotto.. Fagli lo sconto dei 60 euro se ne prende uno più costoso”
Bazza!!! Era la cosa più positiva che mi potesse accadere, commercialmente parlando.
Boss “Più di così non so cosa fare, dopo 6 mesi davvero lo faccio perchè mi rendo conto che ti hanno fregato, io comunque se fossi in te andrei da un avvocato”
M.R. “Adesso vedrò.. comunque se posso darle un consiglio non vendete più prodotti della Telecom.. Per una questione di trasparenza verso i vostri clienti..”
Boss “Ah.. ma questo.. questo non dipende da me..”
M.R. “Allora ne parli con chi di dovere.. La ringrazio molto”
Boss “Ciao”

L'avete capita? La Telecom fa il pacco offerta dentro ci sono un modem e altri componenti che funzionano SOLO se tu sottoscrivi un abbonamento, perciò se paghi soldi in più, e loro dalla sede centrale spingono un bottoncino e ti sbloccano il router. MA QUESTO NON C'E' SCRITTO NE SULLA SCATOLA NE SULLA GUIDA NE DA NESSUN ALTRA PARTE!!!!
Queste cose le sanno solo 1 operatore dell'assistenza Telecom su 4 e se vogliamo entrare nella statistica, se telefoni 4 volte alla telecom hai 1 possibilità su 4 che ti sia data una risposta razionale, la stessa probabilità (1 su 4)che ti sia riattacato in faccia, il resto sono solo cazzate!!!!
Alla fine mi sono comprato un Netgear, è carino e funziona molto bene, ho pagato 30 euro gli altri 60 mi sono stati scontati.


Se posso darvi un consiglio NON comprate niente dalla Telecom, è un azienda che progressivamente viene spogliata dai suoi amministratori, avvoltoi che hanno fatto degenare una delle più grandi aziende italiane in un catorcio finanziario, nel quale gli unici a rimmeterci sono i piccoli azionisti che detengono più del 50% di proprietà, ma non hanno un rappresentante nel Consiglio di Amministrazione (CdA). Da settembre forse si riuscirà ad ottenere contratti con altri operatori telefonici senza dover pagare il canone alla Telecom. Io ci spero.


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lunedì 16 luglio 2007

Il WiMax

Per Digital Divide (DD) s’intende il divario d’informazione sulla tecnologia esistente tra individui che possiedono diverse risorse culturali o economiche. Ridurre il Digital Divide sarebbe come portare diverse persone su uno stesso piano d’informazione tecnologica, eliminando le barriere che dividono ancora oggi tanta gente da PC, cellulari, Internet, lettori DVD, forni a microonde ecc. Un’impresa degna di nota. Mi concedo un paragone forse azzardato, ma è come se la FAO riuscisse ad estinguere la fame nel mondo. Oggi, per mia iniziativa protesa all’eliminazione del DD, vorrei parlare di una tecnologia ormai diffusa in diversi Paesi come Germania Inghilterra e Francia ma anche in Paesi solitamente posti sotto la voce TERZO MONDO come Malaysia, Filippine o Rep. Dominicana. Questa tecnologia chiamata WiMAX non ha ancora preso piede in Italia mentre alcuni dei Paesi citati ne sono provvisti dagli inizi del 2005. Per quanto ci riguarda, le licenze sulle frequenze per l’utilizzo della tecnologia WiMAX , saranno assegnate entro la fine dell’estate dopo la chiusura di un’asta (o almeno così sembra). Personalmente spero che queste concessioni non vadano ad operatori quali Telecom e compagni, anche se sarà molto difficile non lasciarci monopolizzare pure su questo fronte. Se non avete i soldi per fare concorrenza alle sanguisughe della telefonia fissa e mobile italiana, potete comunque scendere in strada, urlare, sbattere pentole, strapparvi i capelli o firmare una petizione online.

Insomma tutto quello che ritenete più opportuno fare per mantenere saldo il principio della “libertà della conoscenza” che qua da noi non sembra essere tenuto molto in considerazione.

Il WiMAX (Worldwide Interoperability for Microwave Access) è una tecnologia che consente l'accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili. Questa “nuova” tecnologia (il forum che contiene le informazioni riguardanti il WiMAX è aperto dal 2001) racchiude in sè le caratteristiche migliori delle già più famose fibra ottica, ADSL, e WiFi.

La trasmissione avviene attraverso antenne e offre prestazioni davvero interessanti.

Il WiMAX può operare sia su bande di frequenza “non licenziate” (cioè GRATUITE) sia su quelle sottoposte a licenza. La velocità di trasmissione di un’antenna WiMAX è di circa 70Mbit/s (per fare un confronto Alice20MEGA ti offre non più di 20Mbit/s, Tiscali ADSL offre fino a 24 Mbit/s mentre una fibra ottica arriva anche a 40Gbit/s) in aree metropolitane con un raggio di circa 50 Km e non prevede la necessità della visibilità tra antenne. La trasmissione dei dati da sede mobile è assicurata fino a velocità di circa 160 km/h (perciò se andate ai 180 km/h sull’autostrada non potete comunicare con il WiMAX e se vi va proprio male vi pigliate pure una multa con l’autovelox). Tutto questo permette di adattare una rete ad alte prestazioni a qualsiasi territorio (anche quello delle Filippine per intenderci) ed offrire una copertura dell’ordine di Km², mentre per il WiFi si ragiona in decine di m².

Inoltre, essendo una tecnologia wireless (senza fili) si potrebbe, in una certa misura, dire addio a cablaggi dispendiosi in termini di installazione e mantenimento. Perciò via tasse e speculazioni sui materiali di cablaggio. Questa tecnologia potrebbe, in un futuro forse neanche troppo lontano, sostituire il cugino UMTS, anche se al momento non è possibile miniaturizzare il WiMAX sui cellulari.

Lascio altre precisazioni tecniche alla vostra curiosità e spirito di approfondimento.

Voglio invece approfondire un aspetto che potrebbe essere interessante. Da anni ormai esiste l’ICI cioè la tassa comunale sugli immobili e questa ICI io non ho ancora capito, e credo che non capirò mai, come viene utilizzata dai comuni. Ma se con questi soldi, che non sono pochi, i comuni più grandi s’impegnassero a comprare una licenza WiMAX allora si potrebbe usufruire di una rete cittadina veramente pubblica, veramente libera, e sostenuta dalle tasse pagate al comune. Ma queste sono cose da politici e non mi aspetto assolutamente che un’iniziativa a favore dei cittadini possa essere presa in considerazione una volta tanto.

Prima di terminare vorrei evidenziare che da poco tempo il gruppo Ixem del Politecnico di Torino ha sperimentato una nuova tecnologia sulla base del WiFi, che sembrerebbe ancora più potente del WIMAX, ovvero si coprono distanze superiori (anche 300km) pur con minore velocità di trasferimento. Può sembrare un simpatico paradosso che il WiMAX dopo tanto tempo deve ancora arrivare in Italia, e mentre sta per inserirsi nel nostro paese noi stessi proponiamo una tecnologia ancora più avanzata, ma questa è l’Italia.

Ecco alcuni link da cui ho tratto informazioni:

_ Sito di "Anti Digital Divide"

_ Articolo tratto da Punto Informatico

_ Articolo tratto dal blog di Beppe Grillo

_ Articolo tratto dal sito ufficiale del "Corriere della Sera"

_ Articolo tratto dal sito ufficiale della testata giornalistica "La Repubblica"

_ Wikipedia sul WiMax

_ Wikipedia sulla fibra ottica

_ Wikipedia sul WiFi

_ Wikipedia sull'ADSL


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