giovedì 27 settembre 2007

Giustizia parlamentare 2

















Ricordate le intercettazioni sulla scalata Unipol-BNL-Antonveneta??? Ieri 26 settembre la Giunta per le autorizzazioni ha decretato la sua scelta. La dott. Forleo potrà usufruire in sede di processo delle intercettazioni riguardanti i deputati Piero Fassino (Ulivo) e Salvatore Cicu (Forza Italia). Le intercettazioni a carico del ministro degli esteri, Massimo D'Alema, saranno riconsegnate all'autorità giudiziaria di Milano. La Giunta si è dichiarata infatti incompetente poichè D'Alema all'epoca dei fatti non era deputato del Parlamento italiano ma europeo, perciò il caso non rientra nel campo dei poteri concessi all'organo parlamentare. In questa scelta si sono astenuti il gruppo di Forza Italia rappresentato da Gelmini Mariastella, Leone Antonio, Mormino Nino (vicepresidente della Giunta), Paniz Maurizio, Jole Santelli, il gruppo di Alleanza Nazionale Frassineti Paola, Pepe Antonio, unico voto contrario quello di Palomba Federico (Italia dei Valori) il quale richiedeva che anche le intercettazioni riguardanti D'Alema fossero messe a disposizione della dott. Forleo, evitando altri contrattempi. Da evidenziare il comportamento del gruppo rappresentante Forza Italia, il quale ha ribadito la politica antimagistratura ormai da anni caposaldo del partito, votando a sfavore delle autorizzazioni per i casi Fassino e Cicu. Anche il deputato Buemi Enrico (Rosa nel Pugno) si è opposto concessione delle due autorizzazioni, considerando la richiesta della Forleo "connotata da elementi esorbitanti". Le alternative del GIP Forleo sono ora due: riproporre al Parlamento la richiesta d'autorizzazione per le intercettazioni di D'Alema, oppure portare il caso a Starsburgo all'Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo, la quale dovrebbe avere la competenza necessaria a valutare la richiesta.
Dopo quattro sedute di valutazioni la Giunta tiene fuori dai giochi il pesce più grosso, dichiarandosi incompetente, l'unica nota positiva è che nessuna di queste prove è andata persa e il GIP milanese potrà ancora disporne come riterrà più opportuno. Massimo D'Alema è già stato prescritto nel 1995 per tangenti (finanziamento illecito), in quanto nel 1985 ricevette dal miliardiario mafioso Francesco Cavallari 20 milioni di lire, destinate al Partito Comunista Italiano. Anche oggi nel 2007 si temporeggia, forse riuscirà a scamparla ancora, io spero di no. Con prove che rendono evidente un coinvolgimento nelle vicende processuali, pur marginale che sia, ritengo sia d'obbligo portare in giudizio D'Alema, se poi non esiste complicità tanto meglio per il nostro ministro degli esteri. Staremo a vedere cosa escogiterà Clementina Forleo per portare avanti il suo lavoro. Buona fortuna!!!

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