Se combattere l’evasione fiscale è stato il cavallo di battaglia della sinistra attualmente al potere, tutti noi oggi abbiamo l’opportunità di valutare il reale impegno in questa lotta. Il 31 maggio di questo anno appare nel sito della rivista “Il Secolo XIX”, quotidiano d’informazione leader della Liguria, un articolo dedicato al business dei videopoker ed affini. Come ben si sa il mercato di questi oggetti è Monopolio di Stato, e perciò in un certo senso sono soldi dei cittadini, ma nello scoop sono notificate diverse irregolarità e leggerezze adottate dall’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), leggerezze che pesano 98 miliardi di euro.
Il funzionamento delle macchinette è molto semplice, l’utente gioca i soldi, questi vengono registrati e le informazioni sono spedite tramite rete informatica alla Sogei, cioè la società che raccoglie questi dati e comunica al concessionario (per esempio il gestore del bar che mette a disposizione la macchina) l’imposta dovuta allo Stato.
Ogni macchina deve essere controllata da tecnici accertatori che verificano il collegamento alla rete e lo certificano. Nell’articolo sono evidenziate dichiarazioni dei Monopoli secondo cui nel 2004 95.767 macchine erano funzionanti (perciò incassavano soldi) però scollegate dalla rete (e quindi lo Stato non ci guadagnava una lira). Nella totale consapevolezza di queste perdite di denaro dovuto allo Stato, l’AAMS ha sempre adottato sistemi di dilazione (e cioè concedendo più tempo per pagare) invece di sanzioni immediate. Inoltre è accertato dalla commissione d’inchiesta, voluta da Vincenzo Visco nel giugno dell’anno scorso, che i Monopoli hanno volutamente ritardato di un anno il controllo in rete delle macchinette, senza richiedere poi alcun rimborso ai concessionari. Un anno di contributi allo Stato andati in fumo. Dalla relazione dell’On.Alfiero Grandi, capo della commissione, emerge anche che molti dirigenti dell'AAMS e funzionari accertatori della messa in rete delle macchine sono stati corrotti, e che uno di essi fosse proprio un ingegnerie condannato per usurpazione di titolo (si spacciava per quello che non era). Ma le guardie di Finanza guidate dal colonnello Umberto Rapetto scoprono ancora di più. Secondo i dati dei Monopoli il bilancio del 2006 era il seguente: 200.000 macchine attive e 15,4 miliardi di euro incassati. In realtà la Finanza stima che l’incasso ammontava a 43,5 miliardi, o hanno sbagliato a fare i conti loro (e devono aver sbagliato di parecchio) oppure ci sono 28,1 miliardi che non si sa dove sono andati a finire. I ragazzi della Finanza, dopo la relazione stilata dalla commissione, hanno pensato bene di fare il loro lavoro e calcolare quanto le concessionarie di macchine da gioco (videopoker ecc..) devono allo Stato.Tra multe non pagate e tasse non riscosse si arriva a quantificare una cifra pari a 98 miliardi di euro.
Secondo alcune voci calcolando gli interessi su questi soldi e aggiuntive multe che comprendano queste “sviste” si arriverebbe anche a incassare 150 miliardi di euro.
Dopo quattro mesi dalla pubblicazione dell’articolo il governo ha deciso di dare spazio a questi argomenti con un intervento che descrive tutti i provvedimenti adottati per fare chiarezza sul caso.Riassumendo la commissione è stata creata da Visco nel 2006, dopo nove mesi d’indagine è stata stilata la relazione conclusiva e recapitata al viceministro Visco, il quale l’ha inviata a Giorgio Tino presidente dell’AAMS, al dott. Ribaudo procuratore regionale della Corte dei Conti, e al dott. Ferrara procuratore di Roma. Nel giro di poco più di un mese, 22 maggio, Tino consegna a Visco documenti che attestano le motivazioni dell’AAMS. Il 17 luglio Visco invia all’ufficio legislativo Finanze sia la relazione della commissione Grandi sia le spiegazioni di Tino.
Vorrei però postare le ultime cinque righe dell’intervento.
dal sito ufficiale del governo italiano.
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