venerdì 19 ottobre 2007

LA REGOLA DEL BAVAGLIO















Controllare l'informazione in ogni sua sfumatura è necessità primaria di ogni regime totalitario. Il nazismo , lo stalinismo e il fascismo facevano uso di severissime norme, che censuravano ogni tipo d'informazione contraria ai "criteri di bontà" voluti dal potere. Ad oggi i mass media si sono venduti al potere e l'unico mezzo di contestazione è rimasto internet. Ma se la tecnologia ci ha donato il web, la politica è pronta a togliercelo. La stessa maggioranza, che attraverso Gentiloni ha proposto di ridurre il digital divide, si appresta ora ad abbattere la rete, distruggendo i nuclei che raccolgono informazione e dibattito, cioè i blog e gli spazi personali in internet. La proposta di legge, denominata Levi-Prodi, è stata approvata dal consiglio dei ministri il 12 ottobre, e a breve sarà presentata in Parlamento per verificare la possibilità di renderla legge in via definitiva. Tra le finalità generali del disegno di legge c'è "la tutela e la promozione del principio
del pluralismo dell’informazione affermato dall’articolo 21 della
Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere
informati".
Ma dietro queste belle parole si nasconde una vera e propria fregatura.
L'art.2 della Levi-Prodi introduce il concetto di "prodotto editoriale", come:
"qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso".
L'art.5 definisce attività editoriale qualunque attività "diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali".
Da questi due articoli si è già capito che chiunque scrive un blog, come stò facendo io in questo momento, svolge un'attività editoriale.
L'art.6 impone l'iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione) a chiunque eserciti attività editoriale, questo comporta pagare delle tasse anche se l'attività editoriale non ha finalità di lucro. Perciò se la legge Levi-Prodi fosse in esecuzione in questo momento, per scrivere queste cose dovrei iscrivere il mio blog ad una società editrice, nominare un direttore responsabile del mio spazio web, che deve essere addirittura iscritto all'albo dei giornalisti, e pagare una tassa editoriale. Chi glielo spiega al 15enne con il blog su MSN che per pubblicare le foto delle sue vacanze al mare deve pagare un bollo???
Ma c'è di più!!!
L'art.7 evidenzia che chiunque scrive in internet è soggetto alle norme che regolano i reati a mezzo stampa, o meglio "si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle informazioni", cioè il mio direttore responsabile. Praticamente si fanno equivalere le testate giornalistiche nazionali al blog su internet da 3 visite al giorno. Se scrivo sul mio blog dove vengono a leggere mia mamma, mio babbo e il mio compagno di facoltà, "Ricardo Franco Levi è la vergogna d'Italia e mi fa schifo", con questa legge in vigore potrei incorrere in beghe piuttosto pesanti a livello PENALE.
Questa legge è stata nascosta dietro un articolo della Costituzione, che non c'entra niente con questa burocratizzazione della libera espressione, si vuole perciò eliminare quanto di più libero e democratico ci sia in questo Paese. La verità è che Prodi non è un presidente del Consiglio, ma il cameriere di interessi che vedono in internet la minaccia più grande alla loro sopravvivenza.
E' la regola del bavaglio a cui tutti devono sottostare, la storia ce lo insegna, ma nel 2007 siamo ancora disposti ad essere ripetitivi?
Credo che a questo punto siano rimaste solo due strade da percorrere, la rassegnazione con il conseguente riconoscimento che siamo schiavi di un sistema totalitario, oppure la marcia su Roma, per richiedere a gran voce sotto Montecitorio, l'abolizione di questo aborto legislativo, e la restaurazione dell'articolo 21 (scritto nel 1947), in modo tale che possa comprendere anche la tutela della libertà di critica su internet. Credo che una Costituzione moderna abbia l'obbligo di contenere questo tema.

Nessun commento: